Articoli dell'anno 2017

La festa del primo maggio

La festa più bella dove tutto si tiene: l’impegno e la consapevolezza, il piacere dell’incontro e della scoperta di nuovi amici che arrivano da lontano.
Come ogni anno ci ritroviamo nella splendida cornice di Villa San Lorenzo per fare festa e per dare il via al Festival InCanto dedicato alla tradizione orale e alla nuova espressività.
Con il primo maggio inizia anche il tesseramento all’Istituto Ernesto de Martino per il 2017. Quest’anno ci sarà una novità: il festival ci farà compagnia lungo tutto l’anno, con tanti eventi, musica, libri, incontri, dibatti, praticamente un “Incanto tutto l’anno”.
L’altra novità del 2017 è la possibilità di donare il 5×1000 all’associazione “Io sto col de Martino – Onlus” (codice fiscale 94255380480).
Sono davvero tanti i musicisti e arrivano da tanti posti diversi: i Suonatori Terra Terra, perché non esiste il primo maggio al de Martino senza questa banda della Val di Sieve; Fabio Balzano che canta la rabbia di Rosa Balistreri; l’immancabile Coro Novecento da Fiesole; il Coro Garibaldi d’assalto da Livorno; LeMusiQuorum, un coro tutto femminile da Firenze; il canto anarchico di Roberto Bartoli al contrabbasso e la voce di Paola Sabbatani; le irresistibili De’ Soda Sisters in duo; le voci di Peto e Leo da Piadena; il Collettivo Folcloristico Montano da Pistoia, un grande ritorno; le percussioni urbane dei giovani Pulsar; Umberto Rinaldi dalla Romagna; il Teatro Contadino Libertario che presenta lo spettacolo Recinzioni; Resistenza Acustica col nostro Marco Pulidori; le Scigghiate, duo musicale dalla Puglia e un prezioso compagno di strada e di avventure musicali e politiche: Alessio Lega (cantautore e scrittore), tra le voci più acute e impegnate nel nostro panorama musicale.
Ospiti speciali dell’edizione 2017: Riccardo Tesi, Maurizio Geri e Claudio Carboni.

Il pranzo dalle ore 12:30

È veramente popolare e non c’è bisogno di prenotazione. Quest’anno promettiamo una drastica riduzione della coda grazie al raddoppiamento della griglia e all’aiuto di tre compagni del Circolo Ho Chi Minh di Pistoia.
Saranno disponibili piatti per vegetariani.

Come arrivare

  • In auto: vedi qui  (consigliamo a tutti coloro che hanno il navigatore di impostare come destinazione Via Cino da Pistoia).
  • In autobus da Firenze: linea 28, fermata Ariosto 5.
  • In treno: scendere alla stazione di Sesto Fiorentino; uscire dalla stazione dal lato Viale Ariosto, opposto rispetto all’edificio della stazione; girare a sinistra e seguire il Viale Ariosto fino al giardino grande sulla destra dove noterete il grande edificio e la torre di Villa San Lorenzo.

Programma completo

Ore 12.30: pranzo sociale.

Dalle ore 15 i canti e le musiche con Tesi-Geri-Carboni trio, Suonatori Terra Terra, Fabio Balzano, Coro Novecento, Coro Garibaldi d’Assalto, LeMusiQuorum, Roberto Bartoli e Paola Sabbatani, Dé Soda Sisters, Peto e Leo, Collettivo Folcloristico Montano, Pulsar, Umberto Rinaldi con Gigi Tartaull e Ivano Corbari, Teatro Contadino Libertario, Resistenza Acustica, Scigghiate, Alessio Lega, Adolfo e la sua armonica.

Interventi di Antonello Lamanna e Lucia Gismondi da Umbria Folk, Gianfranco Azzali della Lega di Cultura di Piadena, un rappresentante degli Archivi della Resistenza.

Presentazione del progetto Caterina, documentario su Caterina Bueno, con proiezione in anteprima del trailer. Una produzione Kinè.

Volantino primo maggio 2017

Canti dei campi e delle miniere

Il Musil – Museo dell’industria e del lavoro – di Cedegolo (Bs) presenta

Canti dei campi e delle miniere
Concerto di Sandra Boninelli
con Angelo Bonfanti e Michele Dal Lago

Sabato 22 aprile 2017, ore 17.30
Via Roma 48, Cedegolo (Bs)

Lo spettacolo racconta, attraverso testi e musiche, la storia, l’esperienza di vita, di lavoro, e la memoria dei minatori italiani e statunitensi nella prima metà del novecento.

Per maggiori informazioni
cedegolo@musilbrescia.it
tel. 342 8475113

Con il patrocinio di CGIL

www.musilbrescia.it

 Canti dei campi e delle miniere - Locandina

Canti dal profondo – Alessio Lega al Musil di Cedegolo

Sabato 1 aprile 2017, alle ore 17:30, presso il Musil (Museo dell’energia idroelettrica di Valcamonica – via Roma 48, Cedegolo, BS) si terrà il concerto di Alessio Lega Canti dal profondo, un viaggio musicale fra miniere, mare e confini.

Alessio Lega

Alessio Lega è uno dei cantautori più conosciuti della sua generazione, e dei più stimati dalla nicchia degli appassionati del genere. Ha messo in scena centinaia di spettacoli, di performance, di conferenze/concerti sulla canzone d’autore mondiale e sulla musica popolare e d’impegno. Dopo un’assidua frequentazione col Nuovo Canzoniere Italiano, è considerato oggi il rappresentante più coerente del canto sociale, in bilico fra canzone d’autore e riproposizione dei repertori storici. I suoi punti di riferimento musicale stanno nella canzone d’autore italiana, francese, slava e nella musica popolare del mondo.

Lo spettacolo che Alessio Lega terrà al Museo è stato appositamente ideato per interagire con la mostra Delle mani, i calli. Tributo alla canzone di lotta di Bruno Zoppetti, che celebra il valore del lavoro e dei diritti civili.

Ed un pensiero ribelle in cor ci sta

Errare humanum est
Festival di musiche tradizionali e world (V ed.)
Una produzione Finisterre e Orchestra Popolare Italiana

3 Aprile, ore 21, Auditorium Parco Della Musica di Roma, Sala Petrassi

Giovanna Marini
Ed un pensiero ribelle in cor ci sta
Due secoli di storia d’Italia cantata

Ed un pensiero ribelle in cor ci sta - Locandina

Giovanna Marini, con il Coro Inni e Canti di Lotta diretto da Sandra Cotronei e la Banda della Scuola Popolare di Musica di Testaccio diretta dal Maestro Silverio Cortesi, presenta con questo concerto il CD Ed un pensiero ribella in cor ci sta (edito da Valter Colle/Nota con il contributo del MiBACT) raccontando la storia d’Italia dalla fine del ’700 (con gli echi della rivoluzione francese) fino al secondo dopoguerra e alla conquista della democrazia.
Una strada e una storia fatta di speranze e di sconfitte, di dolore e di conquiste.
Una storia che non può essere compresa leggendola sui libri o vedendola raccontata in documentari, perché questa storia, vissuta da persone vere, in carne e ossa, con le proprie emozioni, con desideri e speranze, è storia suonata, è storia cantata.
È la storia tramandata dai Fogli Volanti, una tradizione che ha permesso ai canti di volare e di diffondersi.

«In questo disco sono raccolti i canti che i miei amici dell’Istituto de Martino hanno incominciato a raccogliere da prima del 1960, poi si sono resi conto dell’importanza dei canti trovati e hanno incominciato un Archivio dei canti del movimento Operaio e Contadino che poi è diventato Istituto Ernesto de Martino. Ogni canto mi parla di qualcuno che ho conosciuto personalmente sia che fosse chi lo raccoglieva, Gianni Bosio o Cesare Bermani e Franco Coggiola o Roberto Leydi o chi lo cantava o entrambi. Mi vedo il viso di Palma Facchetti mentre cantava “O Gorizia tu sei maledetta” e “Addio Padre”, il sorriso di Caterina Bueno quando arrivava con il sacco a spalla pieno di nastri di cui non ricordava nemmeno il contenuto preciso per quanti erano. Canti che spesso sono magnifici pezzi di musica dimenticati e persi. Ora rivivono. Ecco perché tengo tanto a questi canti, perché raccontano vita e gente veri. Vi pare poco?» (Giovanna Marini)

Ingresso: 15 euro – Riduzione Finisterre 12 euro
Promozione Speciale: al secondo concerto di Errare Humanum Est acquistato verrà applicata una riduzione del 33% (10 euro anziché 15 euro)
Info e prenotazioni: press@finisterre.it

Il Novecento in un nastro con le voci dei partigiani

Mobilitazione per salvare l’enorme patrimonio di registrazioni raccolte da uno storico novarese [il nostro Cesare Bermani], dalla Resistenza ai canti popolari

Vincenzo Amato
da «La Stampa», “Cultura, società & spettacoli”,
Torino, 16 marzo 2017, pp. 24-25

Cesare Bermani e Marco Philopat

In questa casa affacciata sul Lago d’Orta c’è un ar­chivio unico al mondo. Mezzo secolo di voci regi­strate. Di tutto e di tutti. Le lotte partigiane, ma anche cultura popolare e tradizioni, storie di risaia e di sopravvi­venza nelle terre alte. Voci vi­ve, finite sui nastri prima e sui moderni strumenti di regi­strazione poi. Un prezioso pa­trimonio in cerca di un futuro.

A 80 anni Cesare Bermani, storico, artista, musicista e ri­cercatore novarese, con il suo ar­chivio è un’enciclopedia vivente. Qui a Orta c’è la nostra memoria storica del XX secolo e in parti­colare delle vicende partigiane. In un’epoca in cui tutti parlano, ha passato la vita ad ascoltare, registrare, archiviare.

«L’ho fatto per raccontare la Storia vista dalla parte dei semplici, di chi è stato anche sconfitto», dice guardando dal­la finestra il lago che si tinge dei colori del tramonto. «So­prattutto ho cercato di testi­moniare quel che è accaduto negli ultimi 150 anni attraver­so la storia orale trasmessa da operai e contadini, uomini che hanno fatto la guerra, chi ha vinto e chi ha perso. Perché so­lo così si ricostruisce l’altra storia, che non si trova sui libri di scuola ma nella mente e nel cuore delle persone».

In oltre cinquant’anni Bermani ha percorso tutta l’Italia con il suo registratore. Rac­conti popolari e canti sociali: da quelli dei pastori calabresi alle canzoni religiose del­l’Abruzzo, dalle mondine delle risaie piemontesi agli inni par­tigiani. Ai canti religiosi abruzzesi è stato dedicato l’ul­timo lavoro, Il paese di San Donato, in cui è raccolta la genui­na fede popolare, quella di chi pregava e sperava nel miracolo e poi a volte lo otteneva, o alme­no così pensava. È la cultura orale che sale a bordo in questa specie di zattera di salvataggio di Bermani, la sua casa, i suoi di­schi, i suoi libri, ma soprattutto le sue registrazioni. Questa la teoria base: «I ragazzi a scuola studiano la storia antica, ma di quanto hanno fatto nonni e bi­snonni sanno qualcosa?». Poco, forse nulla. La casa, un museo che passa dai ritratti di Garibaldi e Mazzini alle immagini di Lenin, Stalin e Berlinguer per fini­re con un presepe calabrese e un’immagine di Gesù Cristo so­cialista, è ricca di oltre 50 mila volumi e nastri. Un patrimonio che rischia di andare disperso.

«Noi, però, speriamo che ciò non avvenga», dice Mario Montalcini, presidente del Salone del Libro di Torino e fondatore con Mario Comba di Brains Heritage. «Siamo disponibili a mettere tutta la sua collezione in una filiera che aiuti a valorizzare quanto da lui raccolto e do­cumentato». Sarebbe un modo per rendere un servizio al mondo di ieri e agli eroi della Liberazio­ne che hanno creato l’Italia di oggi. «Ho pubblicato, tra libri, ricerche, raccolte di interventi in convegni e dischi di canti po­polari, più di 2000 opere», ricor­da lo storico novarese. «Non vo­levo si dimenticasse ciò che siamo stati nel recente passato, perché se dimentichiamo il passato ritorna». Bermani ha origini in una famiglia borghese, ma fieramente antifascista: suo nonno, Ernesto, ufficiale di ca­valleria, è ricordato perché di fronte a un ragazzo ucciso a Novara dai nazisti si mise in alta uniforme e andò a portare un mazzo di fiori sulla salma.

«Mi piace ascoltare e pensare che il mondo in cui viviamo sia nato grazie ai sogni», svela Cesare Bermani. «Tra i sognatori mi vengono in mente personaggi come Dario Fo, con il quale ho collaborato nell’opera Ci ragiono e canto, o Pietro Nenni. Soprattutto ricordo una figura che il nostro Paese dovrebbe rivalu­tare: Giovanni Pirelli. Era desti­nato a diventare un grande in­dustriale, lasciò tutto al fratello minore Leopoldo per dedicarsi ai libri, alla cultura popolare».