Il de Martino 16-17/05 – Giorni Cantati. La seconda vita del Circolo Gianni Bosio

Il de Martino
Rivista dell’Istituto Ernesto de Martino
per la conoscenza critica e la presenza alternativa
del mondo popolare e proletario

N. 16-17, 2005; pgg. 334, € 20

Giorni Cantati.
La seconda vita del Circolo Gianni Bosio

a cura del Circolo Gianni Bosio di Roma

Questo numero de “Il de Martino” esce grazie al contributo
della Regione Lazio, Assessorato alla Cultura, Spettacolo e Sport

Sommario

  • Presentazione
    • Alessandro Portelli, Il Circolo Gianni Bosio: una lunga passione
  • Introduzioni
    • Ezio Brunis, Pietro De Acutis, Ottave per il Circolo Gianni Bosio
    • Giovanna Marini, Il Circolo Gianni Bosio
    • Statuto dell’Associazione “Circolo Gianni Bosio” – Premessa
    • Leonardo Pulcini, La cacciata dei baroni della Leonessa
  • Ricerche
    • Susanna Cerboni, Una ricerca-intervento a Guardavalle, Calabria Ionica: uno sguardo retrospettivo
    • Bruno Bonomo, L’ultimo fronte: guerra, liberazione e memoria a Valmontone
    • Timoteo Fusano, L’armata della terra
    • Alessandro Portelli, Memoria e globalizzazione: la lotta contro la chiusura degli Acciai Speciali a Terni, 2004-2005
    • Dante Bartolini, Il 12 dicembre a mattina
    • Alessandro Portelli, Generazioni a Genova, luglio 2001
  • Suoni e immagini
    • Enrico Grammaroli, Diego Luciffredi, Santi Minasii, L’archivio “Franco Coggiola”
    • Sylvie Genovese, L’ascolto innanzitutto. La Scuola di Musiche del Circolo Gianni Bosio
    • Sylvie Genovese, L’amor
    • Sara Modigliani, La Sbanda del Bosio
    • Romolo Balzani, Tutti romani
    • Marco Fornarola, Scenografia di una città. Un film sulla memoria antifascista a Tivoli
    • Rino Arbia, Bosio Cinema: uno sguardo in più
  • Ricerche / Roma
    • Bruno Bonomo, Alessandro Portelli, Alice Sotgia, Ulrike Viccaro, Storie dalla periferia romana: Centocelle
    • Armandino Liberti, Noi de borgata
    • Ulrike Viccaro, Carnevale d’autunno: San Martino a Borgata Gordiani
    • Stefania Ficacci, Il Borghetto degli Angeli e il sogno differito
    • O Roma Roma città tanto cara
  • Migrazioni
    • Cristina Ali Farah, Voci afroitaliane: uno spazio di dialogo
    • Zeinab (a cura di Cristina Ali Farah), Giorno per giorno io adesso vivo. Dal Libano a Roma
    • Igiaba Scego, Storia d’amore e di piedi
    • Telma Bessa, Molte memorie, altre storie: nordestini brasiliani a Roma
  • Interviste
    • Daniela Panzieri (a cura di Maria Pallone), Ho avuto sempre dalla mia la fortuna di comunque sapere e volere giocare
    • Mildred Shackleford (a cura di Alessandro Portelli), Non ho mai avuto molto rispetto per l’autorità
    • Claudio Cianca (a cura di Ulrike Viccaro), Orsù compagni della cittadella. Storie, poesie e canzoni di un comunista libertario
    • Goffredo Cappelletti (a cura di Alessandro Portelli), Resistenza e Donna Olimpia
    • Giusy Incalza, Elisei Augusto, comunista schedato
    • Shlomo Venezia (a cura di Maria Chiara Mattesini
      e Alessandro Portelli), Non è obbligato credere. Però quei pochi che credono raccontino
  • Dischi
    • Riccardo Colotti, Tutti ciànno qualche cosa
    • Susanna Cerboni, Tre dischi e più…
    • Tonino Zurlo, Jata viènde
    • Domenico Starnone, Giovanna Marini, Moni Ovadia, Due dischi, tre interventi
    • Piero Brega, Autobiografia di un cantautore
    • Piero Brega, Tuscolana
    • Le pubblicazioni del Circolo Gianni Bosio
  • Trascrizioni
    • Sylvie Genovese, Tra/scrivere
    • Trascrizioni musicali
      • Ottave per il circolo Gianni Bosio
      • Noi de borgata
      • O Roma Roma
      • L’amor
      • Tutti romani
      • L’armata della terra
      • Il 12 dicembre
      • Tutti ciànno qualche cosa
      • Jata viènde
      • Tuscolana
  • Libri ricevuti
  • Ricordo
    • Michele Capuano, Mio fratello, l’architetto dei poveri

* * *

Il Circolo Gianni Bosio è una delle molte diramazioni dell’Istituto Ernesto de Martino. Lo fondammo a Roma nel 1972, a casa di Giovanna Marini […]. Fondammo prima un bollettino e poi una rivista dal titolo I giorni cantati che ebbe molte reincarnazioni fino all’inizio degli anni ’90, e una scuola di musica […], facemmo ricerca su campo di musica popolare, scoprimmo la storia orale, organizzammo spettacoli e seminari.
Poi i tempi si fecero più difficili, anche perché non avevamo sponsor […] e di fatto all’inizio degli anni ’90 il Circolo Gianni Bosio non esisteva più.
[…] nel 1999 ci venne voglia di ricominciare: mandammo un messaggio in giro e alla “cena di reinaugurazione” […] ci trovammo un centinaio di persone, tutte legate in modi diversi alla storia del Circolo […]. Poi presero contatto con noi persone più giovani, che venivano dagli studi di antropologia e di storia all’università […], e da lì abbiamo ricominciato.

(dalla presentazione di Alessandro Portelli)

Ora che le forme più estreme dell’ideologia competitiva e privatistica si pongono come unica ideologia autorizzata, le differenze diventano disuguaglianze ed esclusioni: la valorizzazione della diversità e del pluralismo culturale e la costruzione dell’equità sociale sono un processo unico, e la nostra proposta culturale trova riscontro in fasce crescenti di soggettività sociali che stentano a riconoscersi nell’ideologia del mercato totale.

(dalla Premessa allo Statuto dell’Associazione “Circolo Gianni Bosio”)

Il de Martino 15/04 – “Qui noi viviamo”. Migranti. Storie di vita

Il de Martino
Rivista dell’Istituto Ernesto de Martino
per la conoscenza critica e la presenza alternativa
del mondo popolare e proletario

N. 15, 2004; pgg. 126, € 12

“Qui noi viviamo”
Migranti. Storie di vita
Una ricerca dell’Istituto Ernesto de Martino
a cura di Marcello Tarì

Alla memoria di Dino Frisullo
Al presente e al futuro di tutti i migranti

Sommario

  • Presentazione
    • Mariella Zoppi, Assessore alla Cultura della Regione Toscana, Per una società consapevole delle differenze
  • Editoriale
    • Ivan Della Mea, Migranti: conoscersi per capirsi
  • Poesia
    • Dino Frisullo, Esilio
  • Inchiesta
    • Marcello Tarì, “Qui noi viviamo”
  • Interviste e schede di lavoro
    • Marcello Tarì, Intervista a Demir Mustafa, emigrato da Skopje (Macedonia), registrata il 24 aprile 2002 a Firenze (casa dell’informatore)
    • Maria Ranieri, Scheda di lavoro
    • Maria Ranieri, Intervista a Marie ’Aida’ Fall, emigrata da Abidjan (Costa d’Avorio), registrata il 12 maggio 2002 a Firenze (casa dell’informatrice)
    • Giuliano Capecchi, Scheda di lavoro
    • Giuliano Capecchi, Storia di Luis Rodriguez Alberto, emigrato da Guayaquil (Ecuador), registrata nel giugno 2002 nel carcere di Sollicciano – Firenze
  • Postfazione
    • Annamaria Rivera, Consapevoli traiettorie esistenziali

* * *

Nell’esilio in Europa mi tocca morire, / dice il Vecchio allargando le braccia. / Ma tu che puoi scrivere, scrivi. / Ciò che t’ho raccontato, raccontalo al mondo. / Ritorna nel Kurdistan un giorno, dice / e dentro i suoi occhi oscillano lacrime, / tu che hai tempo di vita, / tu che sei forte e giovane ancora…

(da Esilio di Dino Frisullo)

Conoscere, conoscere per capire. Il senso di questo lavoro. Si presume, d’acchito, di sapere, d’intuire a volte le ragioni a monte e a mare della migranza. Non è vero. […]
È vero che altre imprese di ricerca andrebbero messe in cantiere per pervenire a livelli sempre più compiuti di conoscenza; ed è vero, verissimo che nel mentre si fa ricerca ci si deve predisporre, mentalmente e fisicamente, a essere a nostra volta “ricercati”.

(dall’editoriale di Ivan Della Mea)

La ricerca realizzata dall’Istituto Ernesto de Martino […] restituisce rigorosamente non soltanto dei dati significativi per la conoscenza dall’interno delle dinamiche connesse ai fenomeni migratori, ma soprattutto fornisce utili indicazioni di metodo per la loro lettura. Consideriamo quindi questa ricerca un “laboratorio” in progress, un esempio positivo di ricerca sul campo, un importante contributo teorico e pratico alla nostra conoscenza e alla nostra progettualità.

(dalla presentazione di Mariella Zoppi)

Il de Martino 14/03 – Oralità, classe operaia, ricerca sul campo

Il de Martino
Rivista dell’Istituto Ernesto de Martino
per la conoscenza critica e la presenza alternativa
del mondo popolare e proletario

N. 14, 2003; pgg. 152, € 11,50

Oralità, classe operaia, ricerca sul campo
a cura della Società di Mutuo Soccorso Ernesto de Martino di Venezia

Sommario

  • Editoriale
    • Società di Mutuo Soccorso Ernesto de Martino, Braccianti e classe operaia sono ancora nostra storia
  • Problemi di metodo
    • Mondher Kilani, Memoria orale e storiografia colta
    • Alistair Thomson, Cinquant’anni dopo: una panoramica internazionale sulla storia orale
  • Storia orale e lavoro operaio
    • Anna Di Gianantonio, Fabbrica, scuola, territorio: un’inchiesta operaia con le fonti orali ai Cantieri Navali Monfalcone
  • Operai che intervistano operai
    • Filippo Colombara, Dalla nostra voce. I lavori di Edio Vallini e Giuseppe Granelli
  • Ricerche sul mondo contadino
    • Giovanni Rinaldi, Braccianti. Il silenzio e la memoria
    • Cesare Bermani, L’eccidio di Tricase
  • La ricerca oggi
    • Sandro Portelli, Le stagioni degli anni 2000
    • Giuseppe Morandi, Il colore della bassa. Un film sulle trasformazioni tecnologiche nella Pianura Padana
  • Testimonianze
    • Cesare Bermani, La preistoria del Nuovo Canzoniere Italiano: un colloquio
  • Recensioni
    • Maria Grazia Meriggi, Le memorie di Elisa Leoncini
    • Sandro Portelli, Men of the Iron Mills
    • Filippo Colombara, Dialoghi sull’alimentazione

* * *

L’Istituto Ernesto de Martino per la conoscenza critica e la presenza alternativa del mondo popolare e proletario e la rete di Istituti collegati (Circolo Gianni Bosio di Roma, Lega di Cultura di Piadena, Società di Mutuo Soccorso Ernesto de Martino di Venezia, Associazione Ernesto de Martino Salento) è uno dei filoni portanti della storia orale italiana sia sotto il profilo archivistico sia sotto quello della elaborazione.
Questo numero della rivista, curato dalla Società di Mutuo Soccorso Ernesto de Martino, dedicato alla ricerca ieri e oggi, ha al suo centro un interrogativo: la memoria dei braccianti, quella della fabbrica fordista, sono ancora memoria dell’odierno mondo del lavoro?
Tutta la storia passata della classe operaia italiana viene marginalizzata giorno dopo giorno. Con il venire meno della “centralità operaia” per la drastica diminuizione di peso sociale e politico degli operai delle medie e grandi fabbriche – causa il processo di decentramento e di ristrutturazione industriale derivato dalle trasformazioni dei mercati, del sistema produttivo e delle tecnologie, cui ha spianato la strada la sconfitta operaia alla fine degli anni Ottanta – con il crescere del lavoro autonomo e l’intensificarsi dello sfruttamento e dell’insicurezza sociale, ci si trova di fronte a un mondo di lavoratori profondamente modificato rispetto alla storia passata.
Se è necessario condurre le ricerche su questo diverso mondo del lavoro, tuttavia esso ha alle spalle una storia più che secolare, parte integrante di quella del Paese. È una storia che non deve essere dimenticata, qualora si voglia armare questo nuovo mondo del lavoro di tutta la sua propria forza.

Il de Martino 13/02 – 1971-2001: ieri Bosio oggi. Creare e organizzare cultura

Il de Martino
Rivista dell’Istituto Ernesto de Martino
per la conoscenza critica e la presenza alternativa
del mondo popolare e proletario

N. 13, 2002; pgg. 112, € 10,50

1971-2001: ieri Bosio oggi.
Creare e organizzare cultura
Atti del convegno di Colonnata (FI)
Circolo ARCI “Unione Operaia”
19-20 ottobre 2001

a cura di
Luciana Pieraccini

Sommario

  • Saluti
    • Claudio Martini, Lettera di saluto del Presidente della Regione Toscana
    • Francesca Chiavacci, Saluto del Presidente dell’Istituzione per i Servizi Educativi Culturali e Sportivi del Comune di Sesto Fiorentino
  • Presentazione
    • Ivan Della Mea, Ieri Bosio oggi
  • Relazioni
    • Cesare Bermani, Gianni Bosio, organizzatore di cultura e “intellettuale rovesciato”
    • Eugenio Camerlenghi, Le leghe culturali, strumento di resistenza per il movimento di base
    • Vittorio Agnoletto, Dopo Genova
    • Moreno Biagioni, Enzo Mazzi, Alessandro Santoro, L’organizzazione culturale con e per i migranti
    • Daniele Farina, Fare cultura nei Centri Sociali Autogestiti: l’esperienza del Leoncavallo
    • Pier Paolo Poggio, La Fondazione Micheletti di Brescia: un’esperienza di lavoro culturale in un territorio “di frontiera”
    • Piero Scaramucci, Radio Popolare di Milano: formazione dell’informazione
    • Pape Mbaye Diaw, Per una cultura e una pratica del “noi”
    • Mercedes Lourdes Frias, Per una cultura e una pratica del “noi”
    • Pierluigi Sullo, La proposta di Carta-Cantieri Sociali
    • Lanfranco Binni, Ognuno dica: “Adesso parlo io”

* * *

Abbiamo voluto, come Istituto, che questo Convegno si svolgesse qui a Colonnata di Sesto Fiorentino, qui in questo circolo operaio. Abbiamo voluto, come Istituto, che questo Convegno compisse qui, in questa sede, tutti i suoi atti — relazioni, interventi, dibattiti — non per voglia di umori antichi ma perché venissero garantite tutte le possibilità di espressione per qualsiasi tipo d’incontro/confronto e se necessario anche scontro, senza limiti di genere e soprattutto senza limiti intergenerazionali: le divisioni tra donne e uomini, tra giovani e anziani possono essere elementi molto pericolosi e per più di un verso devianti, modi impropri, per relegare Bosio e il suo lavoro nel passato remoto, in quel passato remoto che spesso, troppo spesso, è stato ed è il terreno fertile dei revisionismi più cialtroni e falsificatori.
Bosio fu uomo di verità spesso scomode anche e soprattutto per la sinistra italiana, istituzionale e non; verità scomode ribadisco, ma sempre incredibilmente generose come portato di studi e di idee.
Ci è parso giusto che, volendo ricordare questo Bosio, il Bosio progettatore e realizzatore di strumenti di lavoro per la conoscenza critica e la presenza alternativa del mondo popolare e proletario, il Bosio organizzatore di cultura capace di ricercare e di leggere il passato per il fare nel presente e il progettare nel futuro, ci si sia sforzati di mettere assieme vecchio e nuovo, per un operare che avesse una ragione d’essere ora e qui, una ragione comune a tutti noi, che ci corrispondesse siccome donne e uomini con le nostre opere e i nostri giorni.
Per questo qui si presenteranno esperienze di organizzazione di cultura oggi, cioè nuovi modi di organizzare cultura.

(dalla presentazione di Ivan Della Mea)

Il de martino 11-12/01 – Memorie e identità in una società plurale

Il de Martino
Rivista dell’Istituto Ernesto de Martino
N. 11-12, 2001 – pgg. 256, € 12,91

Memorie e identità in una società plurale.
Metodi e strategie per una ricerca dialogica
Atti del campus sulle culture della storia e della memoria
Fattoria San Pancrazio, Bucine (AR)
24-29 luglio 2000

a cura di
Luciana Pieraccini e Andrea Matucci

Sommario

  • Presentazioni
    • Mariella Zoppi, Toscana Porto Franco. Una concreta utopia
    • Lanfranco Binni, Diritti di citttadinanza e territori
  • Editoriale
    • Ivan Della Mea, Insomma, se si fa un porto che sia franco
  • Introduzione
    • Bruno Cartosio, Noi/altri: memoria, storia, convivenza e futuro
  • Relazioni
    • Mila Busoni, Scelte strategiche del ricordo e dell’oblio. Popoli, eventi e rappresentazioni
    • Cesare Bermani, Storia orale: questioni di metodo
    • Alessandro Portelli, L’uso dell’intervista nella storia orale
    • Geneviève Makaping, Breve diario di una emigrata Bamiléké. L’antropologia dell’altra
    • Adel Jabbar, Migranti. Memoria, progetto e aggiustamento identitario
    • Annamaria Rivera, Cultura, identità, etnicità: un approccio critico
    • Gianluca Gabrielli, Il colonialismo italiano in Libia: appunti su una storia spesso rimossa
    • Pietro Clemente, Il territorio, le generazioni, le storie della vita
    • Giovanni Mimmo Boninelli, Memoria e integrazione: appunti e riflessioni per un possibile percorso
    • Giovanni Contini, Storia orale e identità locale
    • Pulika Calzini, Campi dimenticati: lo sterminio degli zingari
    • Luigi Perrone, Note a margine della ricerca sul fenomeno migratorio
    • Roberto Beneduce, “Politiche dell’etnopsichiatria” e politiche della cultura
  • Documenti
    • Risoluzione finale
      • Bruno Cartosio, Appendice 1: Memoria, Dialogo, Locale / Globale
      • Annamaria Rivera, Appendice 2: Razza, Etnia, Cultura
    • Moreno Biagioni, Storie, memorie, percorsi di cittadinanza e di convivenza
  • Partecipanti ai campus sulle culture della storia e della memoria

* * *

PORTO FRANCO è la Toscana dei diritti di cittadinanza per tutte e tutti, indipendentemente dal sesso, dall’età e dalla provenienza. È la Toscana che all’inizio del nuovo millennio si confronta consapevolmente con la complessità del multiculturalismo e della globalizzazione e sceglie di costruire una propria forte identità di territorio libero da pregiudizi, stereotipi, xenofobia e razzismo, da discriminazioni e condizioni di diseguaglianza. Per conseguire questi obiettivi di civiltà e di nuova cultura collettiva, la società toscana orienta a nuove funzioni “interculturali” la sua organizzazione sociale complessiva: la pubblica amministrazione, dalla Regione ai Comuni, le istituzioni e le associazioni culturali. Il confronto interculturale straordinario e occasionale diventa pratica ordinaria di convivenza civile. È un grande processo di trasformazione; non è una sfida, è una necessità.

(dalla presentazione di Mariella Zoppi)

L’obiettivo generale è l’orientamento della società toscana a politiche ordinarie di attuazione dei diritti di cittadinanza di tutte le persone che vivono in Toscana, indipendentemente dal sesso, dall’età e dalla provenienza. In questa prospettiva, tutte le funzioni ordinarie della pubblica amministrazione assumono e sviluppano una nuova cultura ispirata ai valori dell’incontro, del confronto e dello scambio, del rispetto di ogni diversità, della coerenza tra i saperi e l’organizzazione di una società a misura dei diritti di cittadinanza di tutte e tutti. Oggi non è così. I diritti di cittadinanza non sono eguali per tutte e tutti. Il progetto regionale insiste quindi sulla necessità di riequilibrare diritti ineguali, valorizzando le differenze (tra donne e uomini, tra giovani e anziani, tra “nativi” e “migranti”, tra “normali” e “diversi”) e promuovendo processi di empowerment dei settori sociali discriminati.

(dalla presentazione di Lanfranco Binni)

Ciò che non si può leggere in questi Atti è il valore aggiunto che tutti insieme, coordinatori scientifici e relatori e partecipanti e uditori, abbiamo scoperto siccome collante che per sei giorni sei ha dato costrutto a una sorta di nave dei folli, riuscendo così a tenere la barra del timone fissa alla polare intesa come stella. […] Ciò che s’è capito, un po’ tutti crediamo, durante i sei giorni del campus è precisamente questo: per fare PORTO FRANCO tocca essere, noi stessi, per noi stessi e per tutti i prossimi vicini o lontani che siano, PORTO FRANCO; a tal fine, ognuno di noi, con qualche fastidio e qualche allegria, ha dovuto fare passi indietro e avanti e di lato nelle proprie convinzioni, discutere e discutersi e soprattutto ascoltare.

(dall’editoriale di Ivan Della Mea)