Articoli dell'anno 2016

Rabbia rosa – Rosa Balistreri tra Sicilia e Toscana

Il cantautore Fabio Balzano è stato tra i protagonisti dell’ultima edizione, lo scorso anno, di SlowFolk, dedicata alla figura di Rosa Balistreri.
In questi 12 mesi ha continuato la sua ricerca sul repertorio della grande interprete siciliana.
Siamo felici di presentare l’esito del suo impegno.

Rabbia Rosa
Rosa Balistreri tra Sicilia e Toscana
Mercoledì 20 luglio, ore 21.30
Area San Salvi – Firenze

Fabio Balzano - Rosa Balistreri

Il 20 luglio 2016 alle ore 21.30, nell’ambito della rassegna Estate a San Salvi, organizzata da Chille de la Balanza nell’ambito dell’Estate Fiorentina 2016, debutterà lo spettacolo di letture e canzoni Rabbia Rosa – Rosa Balistreri tra Sicilia e Toscana.
Lo spettacolo, concepito dal cantautore Fabio Balzano, pronipote di Rosa Balistreri, nasce dai testi e dalle canzoni di Rosa, che visse a lungo a Firenze, collaborando con artisti del calibro di Dario Fo (che la coinvolse nel 1969 nello spettacolo itinerante Ci ragiono e canto, nato proprio in seno all’Istituto de Martino) e Dodi Moscati, venendo tuttora ricordata come una delle più importanti cantanti italiane, ricercatrice e interprete del folklore musicale siciliano, tra le prime a denunciare la condizione delle donne, dei lavoratori e dei carcerati nell’Italia del ‘900.
Durante lo spettacolo le canzoni della Balistreri verranno reinterpretate in una nuova veste da una band d’eccezione, in cui lo stesso Fabio Balzano (voce e chitarra) sarà affiancato da esperti musicisti quali Gabriele Savarese (violino, chitarra, mandolino), Giacomo Tosti Giacobazzi (fisarmonica), Michele Mingrone (chitarra), Riccardo Brizzi (percussioni). Alla parte strettamente musicale si unirà la voce dell’attrice Elisabetta Magnani, che leggerà testi di alcuni grandi poeti siciliani (Ignazio Buttitta, Giuseppe Ganduscio) e racconterà alcuni momenti del percorso artistico e umano della Balistreri.
Alla serata parteciperà anche un ospite speciale, l’attore Stefano Gragnani, a suo tempo collaboratore di Caterina Bueno, Dodi Moscati e della stessa Balistreri, che proporrà alcuni brani di Rosa e Dodi con il contributo del clarinettista Ugo Galasso.

Biglietto: 10 € (prenotazione consigliata)
Info e prenotazioni: www.chille.it

Giorni di resistenza e libertà

Marco Travaglini

Da «L’impegno. Rivista di storia contemporanea», Varallo, Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nel Biellese, nel Vercellese e in Valsesia, n. 1, giugno 2016, pp. 131-132

Giorni di resistenza e libertà - CopertinaLa pubblicazione Giorni di resistenza e libertà. Colloqui sulla vita, la morte, la guerra con tre uomini della Beltrami, a cura di Filippo Colombara, edita nel 2015 dall’associazione culturale Società di mutuo soccorso Ernesto de Martino e dalla sezione di Omegna dell’ANPI, contiene le interviste, in gran parte inedite, raccolte più di venticinque anni fa dalle voci di Bruno Rutto, Dario Cola e Bortolo Consoli (Bùrtul). Sono storie partigiane di uomini che salirono in montagna dalla prima ora, attivi nella medesima formazione – dal gruppo patrioti Quarna alla Divisione alpina “Filippo Beltrami” –, che non esitarono a “scegliersi la parte”. Incalzati dalle domande , i tre “vecchi di Camasca”, tutti di Omegna, parlano della Resistenza armata, della vita in banda, dei risvolti tragici della lotta di Liberazione: le morti in combattimento, le stragi di civili, le fucilazioni di spie e di compagni di lotta che, tradendo se stessi, si erano trasformati in banditi.

Nelle loro narrazioni (incise al magnetofono tra il 1981 e il 1984 per Rutto e Cola e tra il 1998 e il 1991 per Consoli, quando l’età anagrafica aveva superato i sessant’anni solo per Bùrtul) si disvelano le peripezie e le difficoltà con le quali il gruppo combattente dovette fare i conti giorno dopo giorno, nelle azioni contro il nemico come nella convivenza con la popolazione, contando sull’aiuto, il sostegno e la solidarietà della popolazione, esacerbata dalla durezza dell’occupazione nazifascista. Un rapporto importante e prezioso, costruito su un equilibrio delicato, che andava preservato con attenzione, tenendo conto che chi aiutava i partigiani si esponeva alla rappresaglia, rischiando la vita e i propri averi. E tutto questo stabilendo chiare norme di comportamento per i partigiani e mantenendo la disciplina all’interno del gruppo, per evitare di compromettere l’efficienza e la sicurezza dell’intera formazione.

I racconti di Rutto, Cola e Consoli affrontano le vicende vissute andando oltre lo spartiacque del 13 febbraio 1944, giorno della battaglia di Megolo, in cui trovarono la morte – sull’altura del Cortavolo – il capitano Filippo Maria Beltrami e undici dei suoi uomini. «Lungo i settant’anni che ci separano da quei fatti – scrive Colombara – sono stati pubblicati libri e centinaia di articoli, con la particolarità di fermarsi al 13 febbraio del ’44. E dopo? Dopo, la guerra della formazione partigiana è continuata per oltre un anno, ma ha avuto poca attenzione storica». Oggi, con le testimonianze raccolte in questo libro, si colma un vuoto, si ripara a quella che a lungo è stata una storia “dimezzata”, con una prima parte conosciuta e pubblica e una seconda appartenente alla memoria dei protagonisti e, in quanto tale, pressoché sconosciuta, debole, difficile da preservare, destinata all’oblio. Tra quel “qualcosa” che si è salvato ci sono queste testimonianze e i colloqui raccolti. Da qui la straordinaria importanza di Giorni di resistenza e libertà, che non solo risarcisce i tre protagonisti, e chi con loro impegnò se stesso in quegli anni di fuoco e di neve per il riscatto del paese da vent’anni di fascismo, ma è anche un importante filo della memoria che è giusto conoscere e far conoscere.

Il culto di San Domenico a Cocullo

Il n. 25/2015 della nostra rivista dedica un ampio spazio al lavoro inedito di Cesare Bermani sugli aspetti della religiosità in Abruzzo, intitolato Il paese di San Domenico. Al momento di andare in stampa eravamo privi di immagini sui riti di Cocullo, provincia de L’Aquila, che costituiscono una parte importante dello studio. Solo in seguito un collaboratore dell’Istituto, Giorgio Scalenghe, ci ha fornito un ampio servizio fotografico proprio su quel culto. Lo pubblichiamo qui come aggiunta al numero della rivista.
Come è stato messo in luce da Giuseppe Profeta (S. Domenico abate di Sora e di Cocullo, Edizioni Libreria Colacchi, L’Aquila, 2011) il culto di San Domenico in Abruzzo è polipatronale. In esso il santo è invocato contro il morso di molti animali (cani rabbiosi, lupi, serpenti) e contro le odontalgie. A Cocullo con il tempo l’immaginario popolare ha fatto emergere sugli altri l’elemento serpente che dà prestigio campanilistico e culturale al paese, sorregge oggi anche un interesse turistico, mentre nella processione si è sempre più evidenziato l’aspetto spettacolare delle serpi.
Le foto di Giorgio Scalenghe sono state scattate il primo maggio 2008, durante i festeggiamenti che ogni primo giovedì di maggio si svolgono per San Domenico. In quell’occasione le vie del paese sono percorse dai serpari con i serpenti che verranno posti sulla statua del Santo per la processione. I serpenti passano fra le mani dei serpari e da questi a chiunque voglia appropriarsene. I rettili sono docili e tranquilli. Quel giorno una folla sempre più numerosa si accalca lungo i vicoli. Si ascoltano suonatori di ciaramella e di organetto, in piazza si esibisce la banda e, preceduto da donne in costume tradizionale, giunge il Santo portato a spalle, adornato di serpi.

Bella Ciao 1965

Su richiesta di numerosi compagni e amici che sapevano della sua esistenza, mettiamo a disposizione degli interessati un documento video riguardante lo storico spettacolo Bella Ciao, presentato per la prima volta a Spoleto nel 1964.
Come si racconta nei titoli di coda, questo filmato in 8 mm, muto, è stato ritrovato nei nostri archivi nel 2003. L’idea di digitalizzarlo e di fare una sincronizzazione sonora è stata di Isabella Ciarchi, mentre rimane sconosciuto il nome dell’autore delle riprese.
Tra i protagonisti dello spettacolo, membri del Nuovo Canzoniere Italiano, si riconoscono Giovanna Daffini, Caterina Bueno, Ivan Della Mea, il Gruppo Padano di Piadena, Giovanna Marini, Michele L. Straniero, Caty Mattea, Sandra Mantovani, Maria Teresa Bulciolu, Silvia Malagugini, Gaspare De Lama.
Infine una precisazione: nei titoli di coda si scrive che le riprese sono state effettuate a Genova e Milano nel 1964; in realtà gli spettacoli in queste due città si tennero nel 1965.

Premio Realtà Culturale all’Istituto Ernesto de Martino

Il Premio Nazionale Città di Loano per la musica tradizionale italiana ha assegnato all’Istituto Ernesto de Martino il Premio Realtà Culturale con la seguente motivazione:

«Senza venire mai meno alla filosofia del suo fondatore, Gianni Bosio, e al grande studioso a cui è dedicato, l’Istituto ha attraversato cinquant’anni e due città (Milano e Sesto Fiorentino) raccogliendo, catalogando e divulgando con dedizione ed efficacia il canto sociale, le espressioni del movimento operaio, la cultura orale, senza innalzare nessuna barriera fra i modi in cui si tramandano e agiscono sul territorio. Non un semplice archivio ma il teatro di una ricerca che si arricchisce ancora oggi, felicemente, di nuovi documenti e considerazioni»

Siamo particolarmente felici per questo importante riconoscimento che arriva in una edizione del Premio particolarmente ricca; infatti condividiamo il Premio assieme a Filippo Gambetta, Il Nuovo Bella Ciao a cura di Riccardo Tesi, e Giuseppe “Spedino” Moffa, i primi tre classificati nella categoria Miglior Album, e al “nostro” Gualtiero Bertelli, che riceverà il Premio alla carriera.

Vi segnaliamo questo bell’articolo online su «Il Giornale della Musica».
Qui invece il programma del Premio, nell’ambito del quale l’Istituto sarà presente il 19 luglio a partire dalle 18 con Gualtiero Bertelli, Stefano Arrighetti, Cesare Bermani e Antonio Fanelli, che racconteranno la nostra storia.