Articoli dell'anno 2016

Spagna 1936

Venerdì 3 giugno 2016
Ore 21.30

Montemaggio, Casa Giubileo
Festival Resistente

Spagna 1936
Un sogno immenso di libertà
Racconto cantato da Miguel Hernandez, Paco Curto e Chicho Sanchez Ferlosio
Di e con i Disertori e Gianni Calastri

No pasaran

Come arrivere a Montemaggio, Casa Giubileo

Superstrada FI-SI, uscita Monteriggioni. Seguire direzione Colle Val d’Elsa-Badia Isola. Arrivati a Badia Isola, prendere strada secondaria fronte distributore di benzina. Punto parcheggio dopo circa 2.5 km. Altro punto parcheggio a Casa Giubileo (fino a esaurimento posti).

Pagina Facebook del festival: https://www.facebook.com/festivalmontemaggio
Evento Facebook generale: https://www.facebook.com/events/957269857655231
Twitter: https://twitter.com/Montemaggio2016

InCanto: sabato 28 e domenica 29 maggio

Nell’ambito di
InCanto 2016
Rassegna del canto di tradizione orale e di nuova espressività
XXIª edizione
50° anniversario. In viaggio

— Sabato 28 maggio —
presso la sede dell’Istituto Ernesto de Martino
Ingresso libero

Ore 17.30

Presentazione del libro
Ho eretto una statua per ridere. L’antropologia e Pier Paolo Pasolini
(Roma, CISU, 2015)
Con Pietro Clemente e Antonio Fanelli
Sarà presente l’autore Alberto M. Sobrero

Intervento musicale del coro LeMusiQuorum

Proiezione del documentario
Stendalì – Suonano ancora (1960)
di Cecilia Mangini su soggetto di Pier Paolo Pasolini;
voce recitante di Lilla Brignone

CAMBIO DI PROGRAMMA! Il concerto di Giovanna Marini previsto per le 21 non ci sarà. Giovanna ha avuto un incidente domestico che la costringe a un riposo forzato.

— Domenica 29 maggio —
presso la sede dell’Istituto Ernesto de Martino
Ingresso libero

Ore 11

Presentazione del numero 25 della rivista «Il de Martino»
dedicato al 50° anniversario della nascita dell’Istituto Ernesto de Martino, dal titolo
Gli uomini, le opere, i giorni. Un laboratorio sul mondo oppresso e antagonista
Con Fabio Dei e Paolo De Simonis

Presentazione del DVD
Le radici con le ali. Franco Coggiola 20 anni dopo
Con Stefano Arrighetti

Ore 13

Pranzo (è gradita la prenotazione)

Ore 15

Sandra Boninelli con Salvatore Panu

e a seguire

Paolo Ciarchi presenterà la sua
Microconferenzadimusicologiaapplicata

Due nuove iniziative editoriali, un’altra occasione conviviale, canzoni e un folle viaggio nei suoni e nella musica degli uomini e delle cose.

Paolo e Rita

Nell’ambito di
InCanto 2016
Rassegna del canto di tradizione orale e di nuova espressività
XXIª edizione
50° anniversario. In viaggio

Sabato 21 maggio, ore 21.15
presso la sede dell’Istituto Ernesto de Martino

Paolo Pietrangeli e Rita Marcotulli
Paolo e Rita
Concerto di presentazione del nuovo CD
di  Paolo Pietrangeli e Rita Marcotulli

Un pugno di nuove canzoni da amare. L’incontro del nostro Paolo Pietrangeli con una grande musicista jazz

Ingresso € 5,00

Paolo Pietrangeli

Regista cinematografico e televisivo. Una delle colonne sonore del movimento del ’68 con canti di lotta come Contessa e Valle Giulia, entrati nel mito di molte generazioni. Cantautore e militante del Nuovo Canzoniere Italiano, ha inciso per i Dischi del Sole e ha continuato sempre a cantare con ironia tra rabbia, riflusso e memoria storica.

Paolo Pietrangeli

Rita Marcotulli

Compositrice e pianista jazz tra le più apprezzate nella scena contemporanea. Ha collaborato con artisti del calibro di Chet Baker, Steve Grossman e Pat Metheny. Dopo anni di lavoro in Svezia è tornata in Italia dove ha suonato con Ambrogio Sparagna e Pino Daniele. Nel 2011 realizza la colonna sonora del film Basilicata coast to coast di Rocco Papaleo e vince il Nastro d’argento, il David di Donatello e il Ciak d’oro.

Rita Marcotulli

Una tragedia epocale in musica

Paolo Barcella
da «Il Manifesto», Roma, 12 maggio 2016, p. 11

"Nel 1917 voliamo la pace"

Alle numerose ricerche prodotte in oc­casione dell’anniversario della Grande Guerra si è recentemente aggiunto un libro curato da Cesare Bermani e Antonella De Palma. Si tratta del volume E non mai più la guerra. Canti e racconti del ’15-18 (So­cietà di mutuo soccorso Ernesto De Marti­no, Venezia): centoquaranta pagine, dense e agili, accompagnate da due CD, dal chiaro va­lore documentario, con le quali gli autori re­stituiscono, attraverso la raccolta dei canti dei soldati (e la riproposizione e analisi dei testi), uno spettro dei loro sentimenti, met­tendone in luce le traversie e le difficoltà, le prese di posizione politiche e le contraddizioni. I due CD contengono le preziose re­gistrazioni originali dei canti, raccolti dagli stessi curatori o da studiosi e ricercatori italiani che, a partire dagli anni Sessanta, si sono distinti proprio nel lavoro di recupero di storie, canzoni, narrazioni popolari, contribuendo in maniera decisiva alla scrittura di un’importante pagina della sto­ria culturale delle classe lavoratrice italia­na – si parla, tra gli altri, di Emilio Jona, Ser­gio Liberovici, Michele Straniero, Quinto Antonelli, Franco Castelli, Alessandro Por­telli, Amerigo Vigliermo.

Bermani e De Palma mostrano, anzitutto, come nel canto le esperienze individuali tra­scendessero se stesse fino a diventare discor­si collettivi, memorie comuni musicate e pronunciate dai soldati al fronte allo scopo di costruire e trasmettere il ricordo di una tragedia epocale, contribuendo a metaboliz­zare il quotidiano contatto con la morte. I te­sti delle canzoni assumevano spesso la for­ma di lettera, lo strumento attraverso il qua­le negli anni della guerra, milioni di uomini e di donne poco o per nulla alfabetizzati im­pararono a comunicare.

Nelle strofe sono costantemente descritti gli scenari a cui ogni soldato sentiva di appartenere, cioè quelli segnati dalla mancan­za dei propri cari, dal dolore per le perdite dei compagni, dalla paura di non tornare. Talvolta, nel canto, la voce narrante è quella di un uomo già morto, di uno spettro che si rivolge ai vivi dall’oltretomba: «I miei gigli son piccolini / loro andran sempre mendi­cando / loro stan sempre ad aspettare / il ri­torno del suo papà. / Suo papà è morto in guerra / suo papà è morto in guerra / seppelli­to in quella terra / e mai più lo rivedrem».

Intrappolato tra le linee di trincea, il solda­to esorcizzava e insieme celebrava così la propria fine, resa più familiare dagli esisti di ogni battaglia, e dettava, in un grande rito collettivo, la recitazione del proprio testa­mento spirituale, nel quale poteva rientrare un’indicazione, approssimativa perché sim­bolica, del luogo della propria sepoltura.

Accanto alla rassegnazione, trovavano spa­zio la rabbia e il desiderio di ribellione. Nei canti, il mondo dei soldati appariva connota­to dalla loro comune appartenenza di clas­se, Il «noi» di soldati lavoratori che morivano in guerra si contrapponeva al mondo dei si­gnori, degli studenti o degli intellettuali, che avevano voluto quella stessa ecatombe: «Ma la colpa son degli studenti / che la guerra lor l’hanno voluta / e hanno messo l’Italia nel lutto / per molti anni dolor si sentirà»; «Quei vigliacchi dei signori / la credevano una pas­seggiata / ed invece l’han sbagliata / quei vi­gliacchi dei signor». Erano sentimenti espres­si con parole di gente comune, contrapposizioni costruite con gradi di elaborazione ideologica molto variabile, talvolta istintive, in cui si sintetizzavano le comuni esperienze della sottrazione e della privazione.

Anche le voci dei disertori e del desiderio di fuga trovano posto nel canzoniere di guer­ra, accanto al grido di chi vedeva nei diserto­ri dei vigliacchi. Colpisce come nell’uno e nell’altro caso la rappresentazione del diser­tore mettesse spesso al centro del discorso la donna, simbolo d’assenza e desiderio: «O regazzine belle, amate i disertori / copriteli di baci / non sono traditori» era l’invito di chi sognava la fuga e la considerava un diritto. Per contrasto, «O vigliacchi che voi ve ne sta­te / con le mogli sui letti di lana», era l’accusa di chi si sentiva in dovere di rimanere al fron­te, per senso d’onore.

Questi e molti altri sono i temi toccati at­traverso le canzoni di cui Bermani ripercor­re le storie, indicando gli informatori che gli consentirono di registrarle e andando al­la ricerca dei rapporti di discendenza e di fi­liazione tra questi e altri canti prodotti nel corso di conflitti precedenti, come il disa­stro militare dell’Amba Alagi del 1895 o la guerra di Libia.

Un papavero rosso ogni tre metri de gran

Nell’ambito di
InCanto 2016
Rassegna del canto di tradizione orale e di nuova espressività
XXIª edizione
50° anniversario. In viaggio

Sabato 14 Maggio, ore 21.15
presso la sede dell’Istituto Ernesto de Martino

Gualtiero Bertelli e Moira Mion
…un papavero rosso ogni tre metri de gran
Teatro-canzone per Romeo Isepetto

Gualtiero Bertelli e l’attrice Moira Mion, con canti, immagini e racconti, ripercorrono la vita di un eroico militante antifascista di Mira, la loro città. Un viaggio musicale nella storia di Romeo Isepetto, pescatore e partigiano, eroe scomodo caduto nell’oblio

Ingresso  € 5,00

Gualtiero Bertelli

Nato a Venezia nel 1944, è tra i fondatori, nel 1964, del Canzoniere Popolare Veneto e poi uno dei protagonisti del Nuovo Canzoniere Italiano. Artefice della riscoperta della tradizione musicale veneta e autore di celebri canzoni di amore e di lotta incise per i Dischi del Sole. È una tra le voci più apprezzate della musica popolare italiana e del teatro-canzone, grazie a spettacoli sui migranti di ieri e di oggi, sulla storia e la memoria veneta, realizzati assieme ai giornalisti Gian Antonio Stella, Edoardo Pittalis e Fabrizio Gatti.

Gualtiero Bertelli

Moira Mion

Una figura ‘speciale’ nel panorama artistico italiano: cuoca, nella sua Osteria dei Kankari di Marano di Mira, e attrice di teatro. Discendente di una famiglia di partigiani ha realizzato da poco lo spettacolo Il sole fa ombra solo alle spalle sulla Resistenza in Veneto.

Moira Mion