Il de Martino 19-20/09 – E Gianni Bosio disse

Il de Martino
Rivista dell’Istituto Ernesto de Martino
per la conoscenza critica e la presenza alternativa
del mondo popolare e proletario

N. 19-20, 2009; pgg. 224, € 15

E Gianni Bosio disse
a cura di Antonio Fanelli

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Sommario

  • Antonio Fanelli, Presentazione
  • Saggi, ricerche, documenti
    • Mattia Pelli, Gianni Bosio e «Movimento Operaio»: la ricerca storica ai tempi della guerra fredda
    • Paolo Mencarelli, “Una democratica ricerca della verità”: le Edizioni Avanti! nella cultura del proprio tempo 1953-1964
    • Antonio Fanelli, La preistoria dell’Istituto Ernesto de Martino: il progetto per il “Centro di documentazione e studio delle arti e tradizioni popolari” (1957)
    • Appendice
      • Alberto Mario Cirese, Lettera di Alberto Mario Cirese a Gianni Bosio, 6 gennaio 1957, “Centro di documentazione e studio delle arti e tradizioni popolari”
      • Mariamargherita Scotti, Vicini nella distanza. La lunga amicizia di Gianni Bosio e Giovanni Pirelli
      • Giovanni Mimmo Boninelli, Campagna, fabbrica, città: le “indagini” di Carlo Leidi sul mondo popolare e proletario
      • Cesare Bermani, Gli inizi di una nuova storiografia sociale
      • Giovanni Rinaldi, L’Istituto Ernesto de Martino, l’Archivio della Cultura di Base e l’Archivio sonoro su Giuseppe Di Vittorio
  • Memorie, ricordi, racconti: alcuni protagonisti
    • Alessandro Portelli, “È romano ma è serio”
    • Rudi Assuntino, NCI fuori dal NCI
    • Giuseppe Morandi e Gianfranco “Micio” Azzali, “andava a scuola da Belochio … Lui era un politico, non era solo un antropologo”
    • Ivan Della Mea, Dunque, Gianni Bosio. Mio amico. Qui non si parla di politica, o forse sì. Si racconta il rapporto con un uomo straordinario, un maestro. Uno che … prima viene la cultura e poi tutto il resto; uno che scrisse “essere la politica il livello più alto della cultura”
  • Compagni di strada
    • Gli antropologi
      • Pietro Clemente, “Forse gli anni della politica e i Dischi del Sole mi hanno fatto da traghetto di passaggio dai canti rivoluzionari a quelli popolari”
      • Massimo Squillacciotti, Classe ’46 ovvero ricordi di parte
    • Uno storico: Gian Mario Bravo, “ecco l’autonomia della storiografia sul movimento operaio … io ero interessato al discorso di Bosio … che per me era un personaggio un po’ … mitico”
    • Un ministro: Paolo Ferrero, “chi ha tanto lavorato sulla memoria delle classi subalterne … bisogna lavorare perché non sia dimenticato … ecco”
  • Recensioni
    • Bruno Cartosio, Cesare Bermani, Storie orali. Racconto, immaginazione, dialogo (Alessandro Portelli, Roma, Donzelli, 2007)
    • Clara Gallini, Volare al sabba. Una ricerca sulla stregoneria popolare (Cesare Bermani, Roma, Derive e Approdi, 2008)
    • Daniele Balicco, Gramsci, gli intellettuali e la cultura proletaria, (Cesare Bermani, Colibrì, Milano 2007)
    • Daniele Balicco, Fabio Dei, Frammenti indigesti. Temi folclorici negli scritti di Antonio Gramsci (Giovanni Mimmo Boninelli, Carocci, Roma 2007)
    • Michele Nani, “Acciai speciali”. Terni, la Tyssen Krupp, la globalizzazione (Alessandro Portelli, Roma, Donzelli, 2008)
    • Antonio Fanelli, 1968 una ricerca in Salento: suoni grida canti rumori storie immagini (Gianni Bosio, Clara Longhini, Luigi Chiriatti, Ivan Della Mea, Calimera (Le), Kurumuny, 2007)
    • Pietro Clemente, Antologia (Ivan Della Mea, CD Ala Bianca Group – Edizioni Bella Ciao, 2008)
    • Valerio Strinati, Come la lapa quand’è primavera. L’attività politica e culturale di Alberto Mario Cirese dal 1943 al 1957 e la rivista “La Lapa”, con Prefazione di Pietro Clemente (Antonio Fanelli, Biblioteca provinciale “P. Albino”, Campobasso, 2008)
    • Giovanni Senatore, I custodi delle voci. Archivi orali in Toscana: primo censimento (Pietro Clemente e Alessandro Andreini (a cura di), Firenze, Regione Toscana 2007)
    • Enrico Pugliese, I colori della Bassa (Gianfranco Azzali, Giuseppe Morandi, Lega di cultura di Piadena – Arsenali Medicei, 2008)
    • Agostina Bua, La vita in cinque atti: passioni di una famiglia in formazione. Per un’antropologia della vita quotidiana (Elisa Benaim Sarfatti, con interventi di Pietro Clemente e Stuart Woolf, postfazione e cura di Antonio Fanelli, Roma, Cisu, 2008)
  • Notiziario

* * *

Ivan Della Mea, Sandro Portelli, Gianfranco Azzali detto “Micio” e Giuseppe Morandi ci raccontano il ‘loro’ Bosio e viene fuori un Bosio raccontato molto da vicino che tifa Juventus e gioca a pallone, che fuma mille sigarette, va in osteria e sta la sera a cena, a chiacchierare, che fa giochi di parole con il dialetto, che si chiude in camera con Luciano Della Mea per una partita tra Milan e Juve in piena riunione politica; insomma un uomo molto umano e provinciale, cioè legato alla sua terra, alla sua famiglia, un intellettuale serio e rigoroso che cerca la scienza e la conoscenza partendo dal socialismo di base, il cuore nel paese e il cervello nel mondo, e viceversa, per usare un’espressione di Cirese, un Bosio che sta ‘tra cosmo e campanile’.

(dalla Presentazione di Antonio Fanelli)

Quando arrivai per la prima volta a Milano in Via Melzo, all’inizio del ‘69, portandomi dietro le registrazioni fatte in America e finite poi nel disco L’America della contestazione, i contatti furono Michele (Luciano Straniero) e Franco Coggiola (a cui piacque tantissimo una canzone di Joe Hill, The Rebel Girl, che cantava fra sé mentre montavamo il disco). Ero un neofita totale, sia dal punto di vista della politica, sia da quello del lavoro culturale. Sapevo molto dell’America, quasi niente di noi. Gianni Bosio per me era una presenza un po’ mitica, quasi un’immagine di intelligenza pura e un po’ disincarnata. Non ricordo neppure se lo vidi, o se mi limitai a fantasticarlo.

(da “È romano ma è serio” di Alessandro Portelli)

Gianni è morto il 21 agosto 1971 e io sto mica tanto bene, eppure quella piccolissima congiunzione illativa, quel “dunque”, mi ridà un uomo che ho amato davvero e che ancora amo; amo lui, l’acquanegrese sul Chiese mantovano, il padano irriguo; amo lui assai più della sua enorme storia politico organizzativa di “organizzatore di cultura”, come ebbe ad autodefinirsi nel suo Giornale di un organizzatore di cultura. Amo lui per la sua scelta determinatissima di non comparire, mai, di non beneficiare in alcun modo, anche sul piano più che dovuto del riconoscimento politico e culturale, di alcuna gratificazione.

(da Dunque. Gianni Bosio. Mio amico … di Ivan Della Mea)

Io penso che l’IEdM abbia oggi almeno tre vite: una è quella più riconosciuta di essere scrigno di un pezzo di storia della cultura italiana, di incorporare oggetti, racconti, documenti audio e video, un archivio che dice molto della cultura italiana tra gli anni ‘50, ‘60 e ‘70. Io ne vedrei una funzione museografico-monumentale, la possibilità di accedere alle fonti, di consultare, al tempo stesso avere una mostra in cui si racconta di Bosio, del Nuovo Canzoniere Italiano, ecc.
Una seconda vita sta nelle reti che ancora l’Istituto ha a livello nazionale e internazionale, con le quali fa iniziative, concerti, incontri, pubblica libri importanti.
Una terza sta nel diventare anche toscano e far parte di una comunità toscana di studi, ricerche, riproposte.

(da Intervista a Pietro Clemente)

Il de Martino 18/06 – Ernesto de Martino e Franco Basaglia: la riflessione su identità/alterità

Il de Martino
Rivista dell’Istituto Ernesto de Martino
per la conoscenza critica e la presenza alternativa
del mondo popolare e proletario

N. 18, 2006; pgg. 120, € 10

Ernesto de Martino e Franco Basaglia:
la riflessione su identità/alterità
Atti del convegno di Follonica (GR)
Civica Pinacoteca “Amedeo Modigliani”
19 novembre 2005

a cura di Luciana Pieraccini

Sommario

  • Presentazione
    • Istituto Ernesto de Martino, Siamo uguali davanti a tutti. O dovremmo esserlo
  • Saluti
    • Claudio Saragosa, Saluto del Sindaco del Comune di Follonica
    • Sabrina Gaglianone, Saluto dell’Assessore alla Cultura del Comune di Follonica
    • Ivan Della Mea, Saluto del Presidente dell’Istituto Ernesto de Martino
    • Lanfranco Binni, Lettera di saluto del coordinatore del progetto regionale “Porto Franco. Toscana. Terra dei popoli e delle culture”
  • Relazioni
    • Annamaria Rivera, De Martino e Basaglia: la dialettica del sé e dell’altro
    • Clara Gallini, L’ambiguo statuto della follia
    • Luigi Attenasio, Franco Basaglia ed Ernesto de Martino, “signori del limite”
    • Alfonso M. Iacono, Critica della naturalizzazione. De Martino e Basaglia
    • Pietro Clemente, Continuando a pensare a Basaglia e de Martino: storie di nostri pensieri
  • Dibattito Conclusivo
  • Appendici
    • Ernesto de Martino, La guerra nucleare
    • Franco Basaglia, La soluzione finale
    • Maurizio Merico, Colloqui su Ernesto de Martino: l’esperienza politica
    • Agostino Pirella, Un sogno firmato Franco Basaglia
  • Libri ricevuti

* * *

Ernesto de Martino e Franco Basaglia affermano con le loro ricerche, i loro scritti, le loro opere, che tutti, in senso sociale e politico e culturale e dunque umano, siamo uguali davanti a tutti: qui e ora. O dovremmo esserlo.
Laddove e allorquando questo non avvenga non c’è giustizia sociale, non uguaglianza e non libertà: non democrazia. […]
Le relazioni presentate [al convegno] hanno focalizzato i concetti di alterità e di identità così come emergono dal lavoro intellettuale, sociale, politico di Ernesto de Martino e di Franco Basaglia, un lavoro che traeva spunto e materia da precisi contesti culturali e sociali; e hanno dimostrato come l’indagine su tali concetti non possa certo considerarsi conclusa con le fondamentali elaborazioni demartiniane e basagliane, le quali forniscono anzi strumenti e itinerari di riflessione per indagare le problematiche indotte dal mutare degli scenari socio-culturali.

(dalla Presentazione dell’Istituto Ernesto de Martino)

[…] L’attuale congiuntura culturale dell’occidente non conosce il tema della fine al di fuori di qualsiasi orizzonte religioso di salvezza, e cioè come disperata catastrofe del quotidiano, del domestico, dell’appaesato, del significante e dell’operabile: una catastrofe, che narra con meticolosa e talora ossessiva accuratezza il disfarsi del configurato, l’estrniarsi del domestico, lo spaesarsi dell’appaesato, il perder senso del significante, l’inoperabilità dell’operabile.

(da La fine del mondo di Ernesto de Martino)

Solo l’esclusione dell’altro, del diverso, consente al potere di conservare la propria ideologia, senza tener conto delle sue contraddizioni. Ma il non tener conto delle proprie contraddizioni significa anche assumere l’ipotesi da cui si è partiti come un dato di fatto, la cui verifica è da evitare se non si vuole rischiare di venirne smentiti.

(da La soluzione finale di Franco Basaglia)

La questione identitaria è oggi più che mai centrale nella riflessione teorica di Porto Franco, per sviluppare pratiche interculturali efficaci che coinvolgano l’intera società toscana. Su questo tema abbiamo sviluppato […] il programma “Identità&Nomadismo”: per declinare la complessità delle “identità” in ogni direzione, decostruendo le dinamiche sociali e di potere che istituiscono l’“identità” come prigione sociale delle soggettività e come clava di potere da abbattere sulle diversità e sui “nemici”; per sviluppare invece le potenzialità umane, sulle linee di analisi e proposta politica che ci hanno insegnato, tra gli altri e le altre, Ernesto de Martino e Franco Basaglia.

(dal Saluto di Lanfranco Binni)

Il de Martino 16-17/05 – Giorni Cantati. La seconda vita del Circolo Gianni Bosio

Il de Martino
Rivista dell’Istituto Ernesto de Martino
per la conoscenza critica e la presenza alternativa
del mondo popolare e proletario

N. 16-17, 2005; pgg. 334, € 20

Giorni Cantati.
La seconda vita del Circolo Gianni Bosio

a cura del Circolo Gianni Bosio di Roma

Questo numero de “Il de Martino” esce grazie al contributo
della Regione Lazio, Assessorato alla Cultura, Spettacolo e Sport

Sommario

  • Presentazione
    • Alessandro Portelli, Il Circolo Gianni Bosio: una lunga passione
  • Introduzioni
    • Ezio Brunis, Pietro De Acutis, Ottave per il Circolo Gianni Bosio
    • Giovanna Marini, Il Circolo Gianni Bosio
    • Statuto dell’Associazione “Circolo Gianni Bosio” – Premessa
    • Leonardo Pulcini, La cacciata dei baroni della Leonessa
  • Ricerche
    • Susanna Cerboni, Una ricerca-intervento a Guardavalle, Calabria Ionica: uno sguardo retrospettivo
    • Bruno Bonomo, L’ultimo fronte: guerra, liberazione e memoria a Valmontone
    • Timoteo Fusano, L’armata della terra
    • Alessandro Portelli, Memoria e globalizzazione: la lotta contro la chiusura degli Acciai Speciali a Terni, 2004-2005
    • Dante Bartolini, Il 12 dicembre a mattina
    • Alessandro Portelli, Generazioni a Genova, luglio 2001
  • Suoni e immagini
    • Enrico Grammaroli, Diego Luciffredi, Santi Minasii, L’archivio “Franco Coggiola”
    • Sylvie Genovese, L’ascolto innanzitutto. La Scuola di Musiche del Circolo Gianni Bosio
    • Sylvie Genovese, L’amor
    • Sara Modigliani, La Sbanda del Bosio
    • Romolo Balzani, Tutti romani
    • Marco Fornarola, Scenografia di una città. Un film sulla memoria antifascista a Tivoli
    • Rino Arbia, Bosio Cinema: uno sguardo in più
  • Ricerche / Roma
    • Bruno Bonomo, Alessandro Portelli, Alice Sotgia, Ulrike Viccaro, Storie dalla periferia romana: Centocelle
    • Armandino Liberti, Noi de borgata
    • Ulrike Viccaro, Carnevale d’autunno: San Martino a Borgata Gordiani
    • Stefania Ficacci, Il Borghetto degli Angeli e il sogno differito
    • O Roma Roma città tanto cara
  • Migrazioni
    • Cristina Ali Farah, Voci afroitaliane: uno spazio di dialogo
    • Zeinab (a cura di Cristina Ali Farah), Giorno per giorno io adesso vivo. Dal Libano a Roma
    • Igiaba Scego, Storia d’amore e di piedi
    • Telma Bessa, Molte memorie, altre storie: nordestini brasiliani a Roma
  • Interviste
    • Daniela Panzieri (a cura di Maria Pallone), Ho avuto sempre dalla mia la fortuna di comunque sapere e volere giocare
    • Mildred Shackleford (a cura di Alessandro Portelli), Non ho mai avuto molto rispetto per l’autorità
    • Claudio Cianca (a cura di Ulrike Viccaro), Orsù compagni della cittadella. Storie, poesie e canzoni di un comunista libertario
    • Goffredo Cappelletti (a cura di Alessandro Portelli), Resistenza e Donna Olimpia
    • Giusy Incalza, Elisei Augusto, comunista schedato
    • Shlomo Venezia (a cura di Maria Chiara Mattesini
      e Alessandro Portelli), Non è obbligato credere. Però quei pochi che credono raccontino
  • Dischi
    • Riccardo Colotti, Tutti ciànno qualche cosa
    • Susanna Cerboni, Tre dischi e più…
    • Tonino Zurlo, Jata viènde
    • Domenico Starnone, Giovanna Marini, Moni Ovadia, Due dischi, tre interventi
    • Piero Brega, Autobiografia di un cantautore
    • Piero Brega, Tuscolana
    • Le pubblicazioni del Circolo Gianni Bosio
  • Trascrizioni
    • Sylvie Genovese, Tra/scrivere
    • Trascrizioni musicali
      • Ottave per il circolo Gianni Bosio
      • Noi de borgata
      • O Roma Roma
      • L’amor
      • Tutti romani
      • L’armata della terra
      • Il 12 dicembre
      • Tutti ciànno qualche cosa
      • Jata viènde
      • Tuscolana
  • Libri ricevuti
  • Ricordo
    • Michele Capuano, Mio fratello, l’architetto dei poveri

* * *

Il Circolo Gianni Bosio è una delle molte diramazioni dell’Istituto Ernesto de Martino. Lo fondammo a Roma nel 1972, a casa di Giovanna Marini […]. Fondammo prima un bollettino e poi una rivista dal titolo I giorni cantati che ebbe molte reincarnazioni fino all’inizio degli anni ’90, e una scuola di musica […], facemmo ricerca su campo di musica popolare, scoprimmo la storia orale, organizzammo spettacoli e seminari.
Poi i tempi si fecero più difficili, anche perché non avevamo sponsor […] e di fatto all’inizio degli anni ’90 il Circolo Gianni Bosio non esisteva più.
[…] nel 1999 ci venne voglia di ricominciare: mandammo un messaggio in giro e alla “cena di reinaugurazione” […] ci trovammo un centinaio di persone, tutte legate in modi diversi alla storia del Circolo […]. Poi presero contatto con noi persone più giovani, che venivano dagli studi di antropologia e di storia all’università […], e da lì abbiamo ricominciato.

(dalla presentazione di Alessandro Portelli)

Ora che le forme più estreme dell’ideologia competitiva e privatistica si pongono come unica ideologia autorizzata, le differenze diventano disuguaglianze ed esclusioni: la valorizzazione della diversità e del pluralismo culturale e la costruzione dell’equità sociale sono un processo unico, e la nostra proposta culturale trova riscontro in fasce crescenti di soggettività sociali che stentano a riconoscersi nell’ideologia del mercato totale.

(dalla Premessa allo Statuto dell’Associazione “Circolo Gianni Bosio”)

Il de Martino 15/04 – “Qui noi viviamo”. Migranti. Storie di vita

Il de Martino
Rivista dell’Istituto Ernesto de Martino
per la conoscenza critica e la presenza alternativa
del mondo popolare e proletario

N. 15, 2004; pgg. 126, € 12

“Qui noi viviamo”
Migranti. Storie di vita
Una ricerca dell’Istituto Ernesto de Martino
a cura di Marcello Tarì

Alla memoria di Dino Frisullo
Al presente e al futuro di tutti i migranti

Sommario

  • Presentazione
    • Mariella Zoppi, Assessore alla Cultura della Regione Toscana, Per una società consapevole delle differenze
  • Editoriale
    • Ivan Della Mea, Migranti: conoscersi per capirsi
  • Poesia
    • Dino Frisullo, Esilio
  • Inchiesta
    • Marcello Tarì, “Qui noi viviamo”
  • Interviste e schede di lavoro
    • Marcello Tarì, Intervista a Demir Mustafa, emigrato da Skopje (Macedonia), registrata il 24 aprile 2002 a Firenze (casa dell’informatore)
    • Maria Ranieri, Scheda di lavoro
    • Maria Ranieri, Intervista a Marie ’Aida’ Fall, emigrata da Abidjan (Costa d’Avorio), registrata il 12 maggio 2002 a Firenze (casa dell’informatrice)
    • Giuliano Capecchi, Scheda di lavoro
    • Giuliano Capecchi, Storia di Luis Rodriguez Alberto, emigrato da Guayaquil (Ecuador), registrata nel giugno 2002 nel carcere di Sollicciano – Firenze
  • Postfazione
    • Annamaria Rivera, Consapevoli traiettorie esistenziali

* * *

Nell’esilio in Europa mi tocca morire, / dice il Vecchio allargando le braccia. / Ma tu che puoi scrivere, scrivi. / Ciò che t’ho raccontato, raccontalo al mondo. / Ritorna nel Kurdistan un giorno, dice / e dentro i suoi occhi oscillano lacrime, / tu che hai tempo di vita, / tu che sei forte e giovane ancora…

(da Esilio di Dino Frisullo)

Conoscere, conoscere per capire. Il senso di questo lavoro. Si presume, d’acchito, di sapere, d’intuire a volte le ragioni a monte e a mare della migranza. Non è vero. […]
È vero che altre imprese di ricerca andrebbero messe in cantiere per pervenire a livelli sempre più compiuti di conoscenza; ed è vero, verissimo che nel mentre si fa ricerca ci si deve predisporre, mentalmente e fisicamente, a essere a nostra volta “ricercati”.

(dall’editoriale di Ivan Della Mea)

La ricerca realizzata dall’Istituto Ernesto de Martino […] restituisce rigorosamente non soltanto dei dati significativi per la conoscenza dall’interno delle dinamiche connesse ai fenomeni migratori, ma soprattutto fornisce utili indicazioni di metodo per la loro lettura. Consideriamo quindi questa ricerca un “laboratorio” in progress, un esempio positivo di ricerca sul campo, un importante contributo teorico e pratico alla nostra conoscenza e alla nostra progettualità.

(dalla presentazione di Mariella Zoppi)

Il de Martino 14/03 – Oralità, classe operaia, ricerca sul campo

Il de Martino
Rivista dell’Istituto Ernesto de Martino
per la conoscenza critica e la presenza alternativa
del mondo popolare e proletario

N. 14, 2003; pgg. 152, € 11,50

Oralità, classe operaia, ricerca sul campo
a cura della Società di Mutuo Soccorso Ernesto de Martino di Venezia

Sommario

  • Editoriale
    • Società di Mutuo Soccorso Ernesto de Martino, Braccianti e classe operaia sono ancora nostra storia
  • Problemi di metodo
    • Mondher Kilani, Memoria orale e storiografia colta
    • Alistair Thomson, Cinquant’anni dopo: una panoramica internazionale sulla storia orale
  • Storia orale e lavoro operaio
    • Anna Di Gianantonio, Fabbrica, scuola, territorio: un’inchiesta operaia con le fonti orali ai Cantieri Navali Monfalcone
  • Operai che intervistano operai
    • Filippo Colombara, Dalla nostra voce. I lavori di Edio Vallini e Giuseppe Granelli
  • Ricerche sul mondo contadino
    • Giovanni Rinaldi, Braccianti. Il silenzio e la memoria
    • Cesare Bermani, L’eccidio di Tricase
  • La ricerca oggi
    • Sandro Portelli, Le stagioni degli anni 2000
    • Giuseppe Morandi, Il colore della bassa. Un film sulle trasformazioni tecnologiche nella Pianura Padana
  • Testimonianze
    • Cesare Bermani, La preistoria del Nuovo Canzoniere Italiano: un colloquio
  • Recensioni
    • Maria Grazia Meriggi, Le memorie di Elisa Leoncini
    • Sandro Portelli, Men of the Iron Mills
    • Filippo Colombara, Dialoghi sull’alimentazione

* * *

L’Istituto Ernesto de Martino per la conoscenza critica e la presenza alternativa del mondo popolare e proletario e la rete di Istituti collegati (Circolo Gianni Bosio di Roma, Lega di Cultura di Piadena, Società di Mutuo Soccorso Ernesto de Martino di Venezia, Associazione Ernesto de Martino Salento) è uno dei filoni portanti della storia orale italiana sia sotto il profilo archivistico sia sotto quello della elaborazione.
Questo numero della rivista, curato dalla Società di Mutuo Soccorso Ernesto de Martino, dedicato alla ricerca ieri e oggi, ha al suo centro un interrogativo: la memoria dei braccianti, quella della fabbrica fordista, sono ancora memoria dell’odierno mondo del lavoro?
Tutta la storia passata della classe operaia italiana viene marginalizzata giorno dopo giorno. Con il venire meno della “centralità operaia” per la drastica diminuizione di peso sociale e politico degli operai delle medie e grandi fabbriche – causa il processo di decentramento e di ristrutturazione industriale derivato dalle trasformazioni dei mercati, del sistema produttivo e delle tecnologie, cui ha spianato la strada la sconfitta operaia alla fine degli anni Ottanta – con il crescere del lavoro autonomo e l’intensificarsi dello sfruttamento e dell’insicurezza sociale, ci si trova di fronte a un mondo di lavoratori profondamente modificato rispetto alla storia passata.
Se è necessario condurre le ricerche su questo diverso mondo del lavoro, tuttavia esso ha alle spalle una storia più che secolare, parte integrante di quella del Paese. È una storia che non deve essere dimenticata, qualora si voglia armare questo nuovo mondo del lavoro di tutta la sua propria forza.