Articoli dell'anno 2024

«Il de Martino» 37-38/2024

Copertina del numero 37/38 (2024) della rivista «Il de Martino - Storie voci suoni». In basso c'è una foto che ritrae Ivan Della Mea e Giovanna Marini seduti su una panchina, abbracciati e ridenti.

Un fascicolo ricco e particolarmente attento alla contemporaneità, come mostra fin dalle prime pagine la poesia di Fabio Franzin dedicata a Satnam Singh. Seguono il reportage di Patricia E. Sampaoli dall’Argentina di Milei e la scelta di pubblicare la traduzione italiana di un saggio dello storico israeliano Kobi Peled dedicato alle testimonianze orali e alle fonti d’archivio della guerra arabo-israeliana del 1948.

La rivista ospita un ricordo di Giovanna Marini, recentemente scomparsa: alle parole di Stefano Arrighetti e Alessandro Portelli si accompagna un suo articolo del 1974, testimonianza della capacità di tenere insieme impegno politico, ricerca sul campo, competenze musicali.

Gli articoli di Leonardo Galliani e Ilaria Bracaglia tornano a interrogarsi intorno al nodo di Genova 2001, mentre Davide Tidoni ci conduce tra i suoni e le parole di un piccolo e prezioso canzoniere No Tav. Valeria Rotili segna l’anniversario della Rivoluzione dei Garofani con la restituzione di una ricerca basata su interviste a importanti esponenti del mondo musicale e culturale portoghese. Rosalba Nodari torna con sguardo riflessivo al tema delle pratiche di ottava rima in Toscana, mentre Qendresa Shaqiri ci accompagna tra le pieghe della vita e dell’insegnamento di Cristina, insegnante della sperimentale Scuola-Città Pestalozzi di Firenze.

La rubrica Saggi ospita un contributo di Virginia Niri sul tema delle disabilità migranti, tra fonti orali e community archives. Per le Interviste, Gilda Zazzara dialoga con lo storico delle migrazioni Joseph Viscomi. Nella rubrica dedicata al lavoro ospitiamo un contributo di Francesco Bonifacio sui rider, attraverso la storia di vita e la testimonianza di una rider di food-delivery.

La rubrica Storie si arricchisce, infine, della voce di una nostra redattrice, Hilde Merini, che restituisce in maniera narrativa e originale un’esperienza di lavoro nel mondo dell’editoria.

Il fascicolo è dedicato a Valerio Strinati, che ne è curatore insieme a Bruno Bonomo. Valerio ci ha lasciati improvvisamente a inizio dicembre, lasciando un vuoto che sarà impossibile colmare.

La rivista si può scaricare gratuitamente in PDF dal sito dell’editore e si può acquistare in forma cartacea al prezzo di 20 euro scrivendo a iedm@iedm.it.

SOMMARIO

  • Bracciante, di Fabio Franzin
  • I treni, il vapore, l’altra Italia. Un ricordo di Giovanna Marini, di Stefano Arrighetti, Alessandro Portelli
  • Prima cercavo i suoni, adesso cerco le persone, di Giovanna Marini
  • Al grido di «Viva la libertà, cazzo!», l’istruzione di un paese si sta sgretolando… Reportage dall’Argentina, di Patricia E. Sampaoli
  • Testimonianze orali, fonti d’archivio e guerra arabo-israeliana del 1948: uno sguardo ravvicinato sull’occupazione di un villaggio della Galilea, di Kobi Peled
  • 25 aprile 1974, voci dalla rivoluzione, di Valeria Rotili
  • «Genova per chi non c’era». Memorie e racconti del G8 del 2001, di Leonardo Galliani
  • «Te le regalo, sono ancora piene di Cs». Scambiare maglie per raccontare il G8 2001, di Ilaria Bracaglia
  • Dieci canti No Tav, di Davide Tidoni
  • Pratiche riflessive di ottava rima: alcune esperienze didattiche di avvicinamento all’arte del contrasto in Toscana, di Rosalba Nodari
  • Cristina: la vita come base dell’insegnamento, di Qendresa Shaqiri

Interviste

  • «Se no, vado a fare il falegname». Ricerca e lavoro accademico tra Mediterraneo e Atlantico, di Gilda Zazzara, Joseph Viscomi

Saggi

  • Disabilità migranti: quali fonti per la ricerca? Community archives, fonti orali ed emersioni narrative, di Virginia Niri

Storie

  • Guazzabuglio, o il Direttore Paguro e l’avventura del salario, di Hilde Merini

Il lavoro si racconta

  • Essere l’eccezione. Una rider di food-delivery, di Francesco Bonifacio

Note e recensioni

Valerio Strinati

Una foto a colori, in formato orizzontale, che ritrae Valerio Strinati di profilo, col viso rivolto alla sua sinistra, mentre parla in un microfono poggiato su un tavolo presso il quale è seduto, con un’espressione seria ma con un accenno di sorriso e il braccio sinistro sollevato a grattarsi la testa. Sullo sfondo c’è una libreria con tanti volumi e, a sinistra, una lavagna bianca.

Come un fulmine che ci schianta ci ha raggiunto oggi la notizia della morte di Valerio Strinati, socio ordinario dell’Istituto e membro della redazione della rivista «Il de Martino. Storie voci suoni».

Non è facile, soprattutto in questo momento di doloroso sgomento, trovare le parole per raccontare chi fosse Valerio, e quanto importante fosse per l’Istituto Ernesto de Martino, per molti e molte di noi personalmente, per quelle realtà e per quelle persone che avevano la fortuna di averlo vicino.

A lungo Consigliere parlamentare del Senato della Repubblica, fino al 1990 ha lavorato presso il Servizio studi, occupandosi dell’attività della VII Commissione permanente (Istruzione). Successivamente ha lavorato presso il Servizio delle Commissioni permanenti (Commissione affari costituzionali, Commissione di inchiesta sul caso BNL Atlanta, Commissione industria e Commissione difesa), e dal 1997 al 2008 è stato responsabile dell’ufficio di segreteria della XI Commissione permanente (Lavoro, previdenza sociale). Ha diretto l’Ufficio di studi di legislazione comparata presso il Servizio Studi (2008-2010). È stato capo segreteria della Commissione parlamentare di inchiesta sull’uranio impoverito, ed è stato incaricato del coordinamento degli eventi culturali della Biblioteca del Senato.

Una carriera che Valerio ha vissuto con estrema serietà e passione, qualità che riversava ugualmente nella ricerca storica, nell’organizzazione della cultura, nell’impegno politico, nell’amicizia.

Studioso di socialismo, di storia del lavoro e delle istituzioni parlamentari, tra le sue pubblicazioni più importanti ricordiamo il pionieristico Politica e cultura nel Partito socialista italiano (1945-1978) (Liguori, 1981), a cui tanto devono tutti gli studiosi e le studiose di storia del socialismo nel secondo dopoguerra, la curatela, insieme ad Antonio Fanelli, del numero monografico de «Il de Martino» dedicato a Emilio Lussu (2018) e il recente Le barricate e il palazzo. Pietro Nenni e il socialismo italiano nel dialogo con Gianni Bosio (Editpress, 2022), un volume fondamentale per il rilancio dello studio della figura di Gianni Bosio in occasione del centenario della sua nascita. Alla sua spinta, come spesso accadeva, si deve la prossima uscita di un volume a cura di Giorgio De Marchis dedicato all’antisalazarismo in Italia, nel quale compare un suo prezioso contributo sulla stampa italiana e il regime portoghese.

Collaboratore prezioso dell’ANPI nazionale, responsabile formazione dell’Anpi provinciale di Roma e redattore di «Patria Indipendente», Valerio era Segretario Generale dell’AICI (Associazione delle istituzioni di cultura italiane), membro del Comitato direttivo dell’Istituto Storico della Resistenza di Pistoia e del comitato editoriale degli Annali di storia e studi della Fondazione Valore Lavoro. Era certamente molto di più e molto altro che in questo momento ci sfugge.

Quello che meno di ogni altra cosa trova parole adatte, oggi, è il racconto dell’uomo e del compagno che è stato Valerio: l’amico sempre attento e curioso, generoso e presente, affidabile e concreto; lo studioso in continua evoluzione, entusiasta, pieno di progetti e di soluzioni ai problemi; l’instancabile tessitore di relazioni, capace di mettere in comunicazione le persone, le istituzioni culturali e le idee con una grande naturalezza e una stupefacente efficacia. Su Valerio si poteva contare, sempre: per una parola di conforto, per un consiglio, per un aiuto. Sapeva spronarti a finire un lavoro, a non farti trascinare da una lite, a vedere le cose in maniera molto concreta e fattiva.

Era con noi sabato scorso, per la riunione della redazione della rivista «Il de Martino» e per la presentazione del volume di Giovanni Pirelli Luca ed io. Ci ha regalato, con generosità e impegno, un bellissimo intervento, serio, documentato, acuto e politico nel senso più pieno e più alto del termine. Parole che hanno saputo suscitare testimonianze e domande da parte di un pubblico entusiasta.

Questo è il momento del dolore, verrà certamente quello per ricordarlo insieme come merita.

All’adorata figlia Irene e alla sua famiglia va tutto il nostro affetto.

Festival Giorni di Storia 2024: le iniziative dell’Istituto Ernesto de Martino

Sabato 30 novembre 2024, alle 15,
presso la sede dell’Istituto Ernesto de Martino,
in Via degli Scardassieri 47, a Sesto Fiorentino

Presentazione del libro Luca ed io
di Giovanni Pirelli (Quodlibet, 2024)

Un racconto inedito sulla ritirata di Russia scritto da Giovanni Pirelli nel 1948.
Ne discuteranno Mariamargherita Scotti e Valerio Strinati.
Un libro uscito dall’Archivio personale di Giovanni, accompagnato da sue foto scattate durante la ritirata, con un’introduzione di Pietro Clemente e uno scritto di Mariamargherita Scotti, che ha curato e seguito l’intera pubblicazione.


Lunedì 2 dicembre 2024, alle 17:30,
presso la Biblioteca E. Ragionieri,
in Via della Biblioteca, a Sesto Fiorentino

Costruiamo insieme la storia, mattone su mattone:
25 aprile 1945, i partigiani liberano le città

Laboratorio partecipativo di Italian Brick History con i mattoncini Lego a cura dell’Istituto Ernesto de Martino e della Fondazione Valore Lavoro di Pistoia, con Stefano Bartolini e Francesco Cutolo. Età 10-99.
Proveremo a raccontare la Resistenza e l’epopea partigiana con l’aiuto delle mani e dei mattoncini più amati: costruiremo personaggi ed eventi, giocheremo e, divertendoci, impareremo.
La prenotazione non è obbligatoria ma per noi sarebbe utile un preventivo riscontro: scriveteci al nostro indirizzo e-mail.


Programma completo del Festival

Il programma completo del Festival Giorni di Storia 2024. È possibile leggerlo in formato testo al link “Programma completo del Festival” sopra l’immagine.

Per Giuseppe Morandi

Una fotografia in toni seppia, in formato verticale, che ritrae Giuseppe Morandi da davanti, coi capelli bianchi corti, sorridente.

Era nato al Vho di Piadena 87 anni fa e al Vho è morto, questo pomeriggio. Eppure Giuseppe Morandi, attaccatissimo al suo microcosmo geografico e sociale, aveva girato per paesi e città del mondo accompagnando le sue foto e i suoi documentari che quel suo microcosmo raccontavano.
A me è successo di camminare per le strade di Lisbona, era il 2018, e di vedere su un muro una foto di un paisan della Bassa Cremonese che annunciava una mostra e un incontro con Giuseppe e l’inseparabile Micio presso la Casa da Achada-Centro Mario Dionisio. Quando sono arrivato lì, lui era già andato via ma nella grande sala c’erano le sue foto e soprattutto c’erano i compagni e le compagne portoghesi che tante volte avevo incontrato alla Festa della Lega di Cultura, a casa della famiglia Azzali a Pontirolo.
Collaboratore della Biblioteca Popolare di Piadena con Mario Lodi e il Gruppo Padano, conosce Gianni Bosio e con Gianfranco Micio Azzali fonda nel 1967 la Lega di Cultura di Piadena e partecipa da subito alle attività dell’Istituto Ernesto de Martino. Le sue foto e i suoi film sono il centro dell’Archivio della Lega di Cultura, la memoria di un intero territorio e dei suoi protagonisti, cambiati nel corso del tempo ma sempre uomini e donne in carne e ossa. Di quelle persone Giuseppe aveva condiviso le storie e le lotte per la propria emancipazione e lo aveva fatto dall’interno, perchè si sentiva uno di loro.
L’avevo conosciuto più di trent’anni fa, sempre in compagnia del Micio, amico, complice, compagno, e per tutti questi anni mi hanno fatto divertire vedendoli litigare e becchettarsi in dialetto. Insieme: una potenza, di idee e di progetti e soprattutto una grande e vera umanità.
Mi mancherà, come mancherà a tantissimi compagni e compagne del de Martino.
Al Micio, al Petu, a Bruno, a Enrico e a tutti gli amici della Lega va il nostro fortissimo abbraccio.
Da domani, venerdì, Giuseppe sarà a Pontirolo, casa del Micio e sede della Lega di Cultura.
Domenica 17 Novembre alle 10, sempre a Pontirolo, in Via Piave 25, ci ritroveremo per salutarlo.

Una nuova pubblicazione dell’Istituto: «Luca ed io» di Giovanni Pirelli

Con grande gioia vi comunichiamo che in questi giorni è arrivato in Istituto il volume Luca ed io, un racconto inedito sulla ritirata di Russia scritto da Giovanni Pirelli nel 1948 e ora pubblicato da Quodlibet a cura di Mariamargherita Scotti e con uno scritto di Pietro Clemente.
La pubblicazione si deve allo sforzo programmatico e organizzativo del nostro Istituto, che ha ottenuto a questo scopo un contributo dalla Direzione generale Educazione, ricerca e Istituti culturali del Ministero della Cultura. Siamo quindi particolarmente felici di contribuire a una sempre maggiore conoscenza del lavoro di Pirelli, la cui vita e il cui impegno sono legati in maniera indissolubile con la storia delle Edizioni Avanti! – Del Gallo – Bella Ciao e dell’Istituto Ernesto de Martino.
Il dattiloscritto originale del racconto si trova custodito nell’Archivio Privato di Pirelli di Varese e incontra finalmente lettori e lettrici grazie al lavoro di trascrizione, analisi e restituzione portato avanti, in dialogo con i figli di Pirelli, Francesco e Pietro, da Mariamargherita Scotti, responsabile del nostro patrimonio archivistico: ad accompagnare il racconto, insieme alla preziosa prefazione di Clemente, un suo saggio di contestualizzazione, intitolato La ritirata di Russia di Giovanni Pirelli. Tempi e luoghi di un racconto.
Presenteremo il volume il 30 novembre, nell’ambito del Festival Giorni di Storia: vi informeremo su orario e partecipanti in una prossima newsletter.
Chi fosse interessato ad avere una copia del libro può scriverci come di consueto: i soci dell’Istituto potranno averlo al prezzo speciale di 10 euro.

Copertina del libro «Luca ed io» di Giovanni Pirelli. Su sfondo arancione è scritto, in nero: «Giovanni Pirelli - Luca ed io - Quodlibet - Storie - 34».