Il de Martino 19-20/09 – E Gianni Bosio disse

Il de Martino
Rivista dell’Istituto Ernesto de Martino
per la conoscenza critica e la presenza alternativa
del mondo popolare e proletario

N. 19-20, 2009; pgg. 224, € 15

E Gianni Bosio disse
a cura di Antonio Fanelli

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Sommario

  • Antonio Fanelli, Presentazione
  • Saggi, ricerche, documenti
    • Mattia Pelli, Gianni Bosio e «Movimento Operaio»: la ricerca storica ai tempi della guerra fredda
    • Paolo Mencarelli, “Una democratica ricerca della verità”: le Edizioni Avanti! nella cultura del proprio tempo 1953-1964
    • Antonio Fanelli, La preistoria dell’Istituto Ernesto de Martino: il progetto per il “Centro di documentazione e studio delle arti e tradizioni popolari” (1957)
    • Appendice
      • Alberto Mario Cirese, Lettera di Alberto Mario Cirese a Gianni Bosio, 6 gennaio 1957, “Centro di documentazione e studio delle arti e tradizioni popolari”
      • Mariamargherita Scotti, Vicini nella distanza. La lunga amicizia di Gianni Bosio e Giovanni Pirelli
      • Giovanni Mimmo Boninelli, Campagna, fabbrica, città: le “indagini” di Carlo Leidi sul mondo popolare e proletario
      • Cesare Bermani, Gli inizi di una nuova storiografia sociale
      • Giovanni Rinaldi, L’Istituto Ernesto de Martino, l’Archivio della Cultura di Base e l’Archivio sonoro su Giuseppe Di Vittorio
  • Memorie, ricordi, racconti: alcuni protagonisti
    • Alessandro Portelli, “È romano ma è serio”
    • Rudi Assuntino, NCI fuori dal NCI
    • Giuseppe Morandi e Gianfranco “Micio” Azzali, “andava a scuola da Belochio … Lui era un politico, non era solo un antropologo”
    • Ivan Della Mea, Dunque, Gianni Bosio. Mio amico. Qui non si parla di politica, o forse sì. Si racconta il rapporto con un uomo straordinario, un maestro. Uno che … prima viene la cultura e poi tutto il resto; uno che scrisse “essere la politica il livello più alto della cultura”
  • Compagni di strada
    • Gli antropologi
      • Pietro Clemente, “Forse gli anni della politica e i Dischi del Sole mi hanno fatto da traghetto di passaggio dai canti rivoluzionari a quelli popolari”
      • Massimo Squillacciotti, Classe ’46 ovvero ricordi di parte
    • Uno storico: Gian Mario Bravo, “ecco l’autonomia della storiografia sul movimento operaio … io ero interessato al discorso di Bosio … che per me era un personaggio un po’ … mitico”
    • Un ministro: Paolo Ferrero, “chi ha tanto lavorato sulla memoria delle classi subalterne … bisogna lavorare perché non sia dimenticato … ecco”
  • Recensioni
    • Bruno Cartosio, Cesare Bermani, Storie orali. Racconto, immaginazione, dialogo (Alessandro Portelli, Roma, Donzelli, 2007)
    • Clara Gallini, Volare al sabba. Una ricerca sulla stregoneria popolare (Cesare Bermani, Roma, Derive e Approdi, 2008)
    • Daniele Balicco, Gramsci, gli intellettuali e la cultura proletaria, (Cesare Bermani, Colibrì, Milano 2007)
    • Daniele Balicco, Fabio Dei, Frammenti indigesti. Temi folclorici negli scritti di Antonio Gramsci (Giovanni Mimmo Boninelli, Carocci, Roma 2007)
    • Michele Nani, “Acciai speciali”. Terni, la Tyssen Krupp, la globalizzazione (Alessandro Portelli, Roma, Donzelli, 2008)
    • Antonio Fanelli, 1968 una ricerca in Salento: suoni grida canti rumori storie immagini (Gianni Bosio, Clara Longhini, Luigi Chiriatti, Ivan Della Mea, Calimera (Le), Kurumuny, 2007)
    • Pietro Clemente, Antologia (Ivan Della Mea, CD Ala Bianca Group – Edizioni Bella Ciao, 2008)
    • Valerio Strinati, Come la lapa quand’è primavera. L’attività politica e culturale di Alberto Mario Cirese dal 1943 al 1957 e la rivista “La Lapa”, con Prefazione di Pietro Clemente (Antonio Fanelli, Biblioteca provinciale “P. Albino”, Campobasso, 2008)
    • Giovanni Senatore, I custodi delle voci. Archivi orali in Toscana: primo censimento (Pietro Clemente e Alessandro Andreini (a cura di), Firenze, Regione Toscana 2007)
    • Enrico Pugliese, I colori della Bassa (Gianfranco Azzali, Giuseppe Morandi, Lega di cultura di Piadena – Arsenali Medicei, 2008)
    • Agostina Bua, La vita in cinque atti: passioni di una famiglia in formazione. Per un’antropologia della vita quotidiana (Elisa Benaim Sarfatti, con interventi di Pietro Clemente e Stuart Woolf, postfazione e cura di Antonio Fanelli, Roma, Cisu, 2008)
  • Notiziario

* * *

Ivan Della Mea, Sandro Portelli, Gianfranco Azzali detto “Micio” e Giuseppe Morandi ci raccontano il ‘loro’ Bosio e viene fuori un Bosio raccontato molto da vicino che tifa Juventus e gioca a pallone, che fuma mille sigarette, va in osteria e sta la sera a cena, a chiacchierare, che fa giochi di parole con il dialetto, che si chiude in camera con Luciano Della Mea per una partita tra Milan e Juve in piena riunione politica; insomma un uomo molto umano e provinciale, cioè legato alla sua terra, alla sua famiglia, un intellettuale serio e rigoroso che cerca la scienza e la conoscenza partendo dal socialismo di base, il cuore nel paese e il cervello nel mondo, e viceversa, per usare un’espressione di Cirese, un Bosio che sta ‘tra cosmo e campanile’.

(dalla Presentazione di Antonio Fanelli)

Quando arrivai per la prima volta a Milano in Via Melzo, all’inizio del ‘69, portandomi dietro le registrazioni fatte in America e finite poi nel disco L’America della contestazione, i contatti furono Michele (Luciano Straniero) e Franco Coggiola (a cui piacque tantissimo una canzone di Joe Hill, The Rebel Girl, che cantava fra sé mentre montavamo il disco). Ero un neofita totale, sia dal punto di vista della politica, sia da quello del lavoro culturale. Sapevo molto dell’America, quasi niente di noi. Gianni Bosio per me era una presenza un po’ mitica, quasi un’immagine di intelligenza pura e un po’ disincarnata. Non ricordo neppure se lo vidi, o se mi limitai a fantasticarlo.

(da “È romano ma è serio” di Alessandro Portelli)

Gianni è morto il 21 agosto 1971 e io sto mica tanto bene, eppure quella piccolissima congiunzione illativa, quel “dunque”, mi ridà un uomo che ho amato davvero e che ancora amo; amo lui, l’acquanegrese sul Chiese mantovano, il padano irriguo; amo lui assai più della sua enorme storia politico organizzativa di “organizzatore di cultura”, come ebbe ad autodefinirsi nel suo Giornale di un organizzatore di cultura. Amo lui per la sua scelta determinatissima di non comparire, mai, di non beneficiare in alcun modo, anche sul piano più che dovuto del riconoscimento politico e culturale, di alcuna gratificazione.

(da Dunque. Gianni Bosio. Mio amico … di Ivan Della Mea)

Io penso che l’IEdM abbia oggi almeno tre vite: una è quella più riconosciuta di essere scrigno di un pezzo di storia della cultura italiana, di incorporare oggetti, racconti, documenti audio e video, un archivio che dice molto della cultura italiana tra gli anni ‘50, ‘60 e ‘70. Io ne vedrei una funzione museografico-monumentale, la possibilità di accedere alle fonti, di consultare, al tempo stesso avere una mostra in cui si racconta di Bosio, del Nuovo Canzoniere Italiano, ecc.
Una seconda vita sta nelle reti che ancora l’Istituto ha a livello nazionale e internazionale, con le quali fa iniziative, concerti, incontri, pubblica libri importanti.
Una terza sta nel diventare anche toscano e far parte di una comunità toscana di studi, ricerche, riproposte.

(da Intervista a Pietro Clemente)

Ernesto de Martino e il folklore progressivo – Registrazione

Ernesto de Martino e il folklore progressivo
Firenze, 22 ottobre 2008
[ Vedi l’articolo relativo ]
[ Vai alla pagina delle registrazioni ]

Ernesto de Martino e il folklore progressivo

Con il patrocinio della Regione Toscana,
del Comune di Firenze e dell’ARCI-Toscana

L’Istituto Ernesto de Martino di Sesto Fiorentino, con la collaborazione dell’Associazione Internazionale Ernesto de Martino e la cattedra di Antropologia Culturale dell’Università di Firenze, nel quadro delle iniziative per il centenario della nascita di Ernesto de Martino (1908-2008) propone una discussione storica, critica, attuale su

Ernesto de Martino e il folklore progressivo

[ Ascolta le registrazioni ]

Vi è oggi in Italia tutto un patrimonio cospicuo, vero solenne commento canoro che accompagna nella sua storia il movimento operaio e contadino …
Spetta a noi raccogliere questo patrimonio, conservarlo, rimetterlo in circolazione e soprattutto stimolarne l’incremento: è questo un aspetto del nuovo umanesimo in cammino

Ernesto de Martino, 1951

Firenze, 22 ottobre 2008
Auditorium del Consiglio regionale, via Cavour 4

Prima parte, ore 11
Presentazione e saluti

Claudio Rosati, Regione Toscana
Clara Gallini, Associazione Internazionale Ernesto de Martino
Eugenio Giani, Comune di Firenze
Ivan Della Mea, Istituto Ernesto de Martino
Pietro Clemente, Università di Firenze
Vincenzo Striano, Arci Toscana

Dalle 13 alle 15 pausa pranzo

Seconda parte, ore 15
Tavola rotonda

con interventi di
Pietro Angelini
Rudi Assuntino
Cesare Bermani
Pietro Clemente
Ivan Della Mea
Antonio Fanelli
Clara Gallini
Giovanni Gozzini
Annamaria Rivera

InCanto 2008

Istituto Ernesto de Martino
Progetto Giovani Sesto Fiorentino
Comune di Sesto Fiorentino
Sesto d’estate
SestoIdee

presentano

InCanto 2008
1968

— La festa del primo maggio —

Giovedì 1° maggio, dalle ore 15 fino al tramonto,
ingresso gratuito, vino e cibo finché ce n’è.
A villa San Lorenzo, via Scardassieri 47, Sesto Fiorentino (FI).
Suoneranno i SUONATORI TERRA TERRA, la BANDITA,
ALESSIO NOFERINI, gli APUAMATER, i FRATELLI ROSSI,
la BANDA K100, la HOT GARAGE BAND.
Interverranno Ivonne Marchese di Sesto Idee,
Gianfranco “Micio Azzali” della Lega di Cultura di Piadena,
Roberto Corsi dell’ANPI di Sesto Fiorentino.

Con la festa si aprono le iscrizioni all’Istituto Ernesto de Martino per il 2008.
Ricordiamo inoltre che è possibile dare il proprio 5×1000
all’Associazione Ernesto de Martino, cod. 01612280154.

Si ringraziano per la collaborazione il Progetto Giovani di Sesto Fiorentino,
la Casa del Popolo di Quinto Alto, la Lega di Cultura di Piadena,
la Promopoint srl, “Le Botti” (Viale Michelangelo 10/B, Sesto Fiorentino)
per i vini, il Despar di Piazza Ghiberti (Sesto Fiorentino) per il cibo.

— Il teatro —

Venerdì 2 maggio, ore 21,
al Teatro della Limonaia, via Gramsci 426, Sesto Fiorentino (FI)
Istituto Ernesto de Martino e Laboratorio Nove presentano
A la veille de cette rencontre aucun problème n’a été réglé…
Spettacolo teatrale sul maggio francese
Progetto e regia di Patrice Bigel

— Il libro —

Mercoledì 7 maggio, ore 17.30,
a Villa San Lorenzo, Via Scardassieri 47, Sesto Fiorentino (FI)
Presentazione del volume vincitore del Premio Nigra 2007
Gianni Bosio, Clara Longhini
1968, una ricerca in Salento.
Suoni grida canti rumori storie immagini
(Kurumuny, Lecce 2007)
Interverranno Luigi Chiriatti (edizioni Kurumuny),
Pietro Clemente (Università di Firenze),
Ivan Della Mea (Istituto Ernesto de Martino), Clara Longhini (autrice),
Sergio Torsello (responsabile scientifico dell’Istituto Diego Carpitella
di Melpignano, Lecce)

— Il cinema —

Presso la Casa del Popolo “Unione Operaia”,
in Piazza Rapisardi 6, Sesto Fiorentino (FI)
Istituto Ernesto de Martino, Associazione Anemic
e Unione Operaia di Colonnata presentano
Percorsi sessantotteschi
Breve viaggio in Italia fra il prima e il dopo Sessantotto

Giovedì 8 maggio, ore 20.45
Prima della rivoluzione
di Bernardo Bertolucci

Ore 22.45
Partner
di Bernardo Bertolucci

Giovedì 15 maggio, ore 21.15
Porci con le ali
di Paolo Pietrangeli

Giovedì 22 maggio, ore 21.15
Lavorare con lentezza
di Giulio Chiesa

Giovedì 29 maggio, ore 21.15
Palombella rossa
di Nanni Moretti

— La musica —

Sabato 17 maggio, ore 21.15,
presso la fabbrica Richard Ginori,
Viale Giulio Cesare, Sesto Fiorentino (FI)
Cavalieri nella tempesta
Concerto della scuola di musica di Sesto Fiorentino
Testo di Jim Morrison,
musiche di Luigi Nono, Fr. Rzewskij,
Federico Incardona, John Cage
Ingresso gratuito, sede da confermare

Sabato 24 maggio, ore 21.15,
a Villa San Lorenzo, Via Scardassieri 47, Sesto Fiorentino (FI)
Ma che colpa abbiamo noi
Concerto con le Officine Boninelli Aerea
Ingresso 5 euro

Domenica 1 giugno, ore 21.15,
a Villa San Lorenzo, Via Scardassieri 47, Sesto Fiorentino (FI)
Due spettacoli in collaborazione con il Progetto Giovani di Sesto Fiorentino:
68 oltre. Immagini e suoni di generazioni a confronto
a cura di Alessio Noferini
Un documento basato su immagini d’epoca
con colonna sonora eseguita dal vivo
da un gruppo di giovani musicisti
Io c’ero
a cura di Andrea Licciardi e Stefano Patrizio
Letture in musica di autobiografie, memorie,
riflessioni di ragazzi d’allora
Ingresso gratuito

Sabato 14 giugno, ore 21.15,
a Villa San Lorenzo, Via Scardassieri 47, Sesto Fiorentino (FI)
È finito il ’68?
incontro con chitarre sulla vecchia e nuova canzone politica
Con Ivan Della Mea, Paolo Pietrangeli,
Stefano “Cisco” Bellotti, Alessio Lega
Ingresso 5 euro

Cinema in circolo 2008

Unione Operaia di Colonnata
Associazione Anèmic
Istituto Ernesto de Martino

Cinema in circolo

21 febbraio – 29 maggio 2008
Cinema Teatro “Il Quartuccio”
Unione Operaia di Colonnata
Piazza Rapisardi 6, Sesto Fiorentino
(tel. 055442203)

Biglietti: 3,50 euro (*)
Tessera: 4 ingressi 10 euro
Ingresso riservato ai soci ARCI

(*) il 20 marzo, in occasione della proiezione
di Zero. Indagine sull’11 settembre alla presenza di Giulietto Chiesa,
il biglietto costerà 7 euro, a sostegno del progetto di ricerca
e documentazione sull’11 settembre.

— P R O G R A M M A —

Giovedì 21 febbraio, ore 21.15,
alla presenza del regista Ignazio Oliva
YOUNG SATELLITE AMANI
YASSETS FOOTBALL CLUB
Reg. di Fabrizio Nucci, Bruno Santini; Italia 2006; col.; 60’

La storia dello Yassets F.C., piccola squadra di calcio di serie B keniota, è lo spunto per raccontare la vita nelle baraccopoli di Nairobi e per far capire come il calcio possa essere parte di un discorso educativo più ampio. Per la squadra keniota, costretta a rifiutare più volte l’ammissione in serie A perché economicamente non autosufficiente, lo sport nasce come occasione di riflessione e riscatto. L’obiettivo è semplice: togliere il più possibile i ragazzi dalla strada, promuovere crescita e sviluppo. La società calcistica ha anche fondato un bar dello sport, e attività commerciali come la produzione di shampoo e sapone e palloni da calcio. Ignazio Oliva, ambientalista, appassionato di politica con uno sguardo attento alla società, ha una personalità eclettica – attore, regista, produttore – che esprime tutta la vitalità e l’amore per l’arte. Voleva da tempo compiere un’esperienza nelle ONG, «ma quello che è avvenuto dopo, la realizzazione di un documentario, è nato in modo spontaneo», assicura.

Giovedì 28 febbraio, ore 21.15,
alla presenza dei registi Federico Ferrone e Michele Manzolini,
in collaborazione con Istituto Stensen
MERICA
Reg. Federico Ferrone, Michele Manzolini,
Francesco Ragazzi; Italia 2007; col.; 65’

Girato fra Veneto e Brasile, il documentario mostra la complessità dell’esperienza migratoria in Italia partendo dalle vicende di alcuni brasiliani giunti da noi contrappuntate a quelle di altri brasiliani discendenti da italiani, quando eravamo noi a cercare fortuna altrove. Un ping-pong fra Brasile e Italia, il Veneto in particolare, regione che diventa specchio di cambiamento, da economia povera e fornitrice di emigranti a terra di industrie bisognosa di manodopera straniera, extracomunitaria, con tutti gli squilibri che tale mutamento comporta. Uno spaccato interessante che rimbalza da un lato all’altro e mostra non solo come vivono le comunità italiane all’estero ma anche come nasce e matura il desiderio di venire in Italia. Mettendo a confronto la grande emigrazione italiana del secolo scorso e quella che oggi conosce l’Europa ci accorgiamo che sono molti i tragici paralleli.

Giovedì 6 marzo, ore 21.15,
alla presenza del regista Massimo D’Anolfi,
in collaborazione con Festival dei Popoli
I PROMESSI SPOSI
Reg. Massimo D’Anolfi, Martina Parenti;
musica di Massimo Mariani; Italia 2007; col.; 73’

Documento in chiave di commedia sul matrimonio in Italia realizzato filmando le coppie che si presentano agli ufficiali di stato civile per la promessa di matrimonio e quelle che seguono il corso preparatorio tenuto da un prete. Girato in diverse città italiane, tra coppie straniere che stentano a capire la nostra spesso complicata burocrazia (una ragazza messicana spiega che nel suo Paese, essendo laico contrariamente all’Italia, un prete non può fungere da ufficiale dello stato civile) e italiane che spesso non hanno maggiore facilità, tra coppie curiose (il futuro marito che della promessa sposa non conosce nemmeno il lavoro), madri e suocere troppo presenti e un prete che sembra un personaggio inventato da Carlo Verdone prima maniera. Denso di ironia, rispettoso delle persone che mette in scena e dispensatore di continue risate, I promessi sposi non dimentica mai di fornire un ritratto fedele e anche amaro dell’istituzione matrimoniale. Presentato con grande successo al Festival dei Popoli 2007.

giovedì 13 marzo, ore 21.15
MADRI
Reg. Barbara Cupisti; Italia 2007; col.; 90’

Attraverso le testimonianze delle madri che vivono nella terra dilaniata dalla guerra infinita, con il terrore di non veder rientrare a casa i propri figli, vengono mostrati i conflitti e i drammi privati che raccontano la Storia.
II dolore per la perdita di un figlio, che sia vittima o carnefice, è il più profondo e straziante, ingiusto e incomprensibile. La sofferenza per la perdita di un familiare è universale, non esistono differenze di razza né di credo. Attraverso il riconoscersi in questo dolore è possibile iniziare un nuovo cammino che porti alla comprensione. Madri israeliane e palestinesi che hanno vissuto questo dramma ci aiuteranno a capire attraverso i loro racconti questa terribile realtà. Il film, della durata di 90 minuti, raccoglie testimonianze di vita, momenti quotidiani, filmati di repertorio e materiale video privato inediti, tutto girato e documentato in Israele e in Palestina.
Le madri che testimoniano hanno idee, estrazioni culturali e sociali diverse ma tutte condividono un desiderio: che non ci siano più innocenti a pagare per colpe non loro. Non un discorso politico o ideologico ma un messaggio che arriva dritto al cuore di ognuno di noi.

Giovedì 20 marzo, ore 21.15,
alla presenza di Giulietto Chiesa
ZERO. INDAGINE SULL’11 SETTEMBRE
Reg. Franco Fracassi, Francesco Trento; Italia 2007; col.; 106’

Zero è un film documentario che rompe il muro del silenzio, un’inchiesta giornalistica rigorosa, costruita con interviste girate in tutto il mondo a testimoni oculari, sopravvissuti, responsabili delle indagini, esperti, tecnici, scienziati, familiari delle vittime, giornalisti. Tre narratori d’eccezione, Dario Fo, Lella Costa e Moni Ovadia, accompagnano lo spettatore nel viaggio attraverso le menzogne della versione ufficiale. Immagini di repertorio inedite ed esclusive, documenti ufficiali, ricostruzioni in computer grafica, permettono allo spettatore di riconsiderare i fatti da punti di vista diversi e riuscire a guardare di nuovo, in maniera critica, le immagini dell’11 settembre 2001.

Giovedì 27 marzo, ore 21.15,
anteprima alla presenza del regista
Emiliano Cribari, dello sceneggiatore e del cast
HO SOLTANTO CHIUSO GLI OCCHI
Reg. Emiliano Cribari; scritto da Fabrizio Rizzolo; con Germano Rizzolo, Margherita Fumero, Fabrizio Rizzolo, Susi Amerio, Cristina Fassio, Riccardo Leto, Mario Nosengo, Erika Renai, Isabella Tabarini, Davide Calabrese, Alberta Izzo; Italia 2008; col.; 38’

Dopo la presentazione al Salone del libro di Torino, proponiamo in anteprima Ho soltanto chiuso gli occhi. Tratto da un storia vera, il film racconta le vite opposte di Luigi, commediografo brillante, e di Marco, figlio rigido e tradizionalista. Fino all’inatteso ribaltamento, quando Luigi viene colto da un ictus che lo paralizza. Marco si trova catapultato nel mondo del teatro, Luigi lotta per tornare alla normalità. Due uomini che si riappropriano della vita. A volte la migliore occasione per crescere e conoscersi veramente arriva proprio quando sembra che il destino sia avverso.
II film è il primo prodotto dell’Associazione no profit «Ho soltanto chiuso gli occhi».

Giovedì 3 aprile, ore 21.15,
alla presenza della regista Isabella Ciarchi e di Ivan Della Mea
GENTE DI MILANO. IVAN DELLA MEA
Reg. Isabella Ciarchi; Italia 2007; col. e b/n; 52’

Luigi Ivan Della Mea racconta il proprio incontro con la città di Milano. Travagliato, intenso, faticoso, poetico, prolifico, vissuto senza mezzi termini dal 1950 ad oggi. Le atmosfere rievocate sottolineano il profilo di una città diversa da quella di oggi anche se le tematiche che la percorrono sono sempre le stesse. Al racconto hanno collaborato anche Luigi Pestalozza, Nuccio Ambrosino, Dante Bellamio, Paolo Ciarchi, Filippo Crivelli, Massimo Devita, Laura Grimaldi, Sandra Mantovani, Gianni Mura, Marco Tropea. Isabella Ciarchi lavora nel cinema e nella pubblicità dal 1982, ha realizzato film per RAI e Mediatest; è stata aiuto-regista fra gli altri di Soldini, Segre, Ferrario.

Giovedì 10 aprile, ore 21.15,
alla presenza del produttore
IL FANTASMA DI CORLEONE
Reg. Marco Amenta; Italia 2007; col.; 100’

Un bel documentario di Amenta (sceneggiato insieme ad Andrea Purgatori) che ricostruisce attraverso un accorto missaggio di testimonianze e in piccola parte di fiction la figura del capo dei capi, della primula rossa della mafia: Bernardo Provenzano, il superboss scomparso nel nulla nel 1963 e solo di recente ricomparso fra pizzini, padri pii, selvatiche dimore, liste della spesa e codici di comportamento. Uomo d’onore più di Riina e Bagarella, Provenzano resta un mistero come tanta politica e malavita siciliana. Le domande di Amenta sono le nostre. Le risposte le loro. Come le complicità. Preziose in questo senso le parole di Giuseppe Linares, capo della Mobile di Trapani, dei procuratori Scarpinato e Lo Forte, e del colonnello dei carabinieri Michele Riccio.

Giovedì 17 aprile, ore 21.15,
alla presenza del regista Gianluca Arcopinto
ANGELI DISTRATTI
Reg. Gianluca Arcopinto; con Aran Berretto Jones, Rabie Hamid,
Saraj U Din M Roshan, Simona Torretta; Italia 2007; col.; 75’

Fallujah, novembre 2004. Mentre nella città si susseguono bombardamenti e massacri con armi non convenzionali, in una strana stanza alienante si incontrano un soldato americano e una donna irachena. II soldato, sia pure scosso per l’uccisione da parte del figlio della donna di suoi tre compagni, quando scorge la donna non spara. La donna è bendata, non costituisce un pericolo. I due parlano, si minacciano, piangono, si confessano, si raccontano, si feriscono. Quando tutto sembra finito e il soldato crede di poter tornare da dove è venuto, la macchina criminale della guerra non risparmierà né la donna né il soldato. La vicenda raccontata, basata su episodi veramente accaduti, è intervallata da materiale di repertorio e da interviste a Simona Torretta, a un reduce americano pentito, a un medico arabo che prestava servizio nell’ospedale di Fallujah in quei giorni e a una donna irachena alla quale la guerra ha ucciso i due figli.
II film è realizzato in collaborazione con «Un ponte per…» ed è ispirato al testo teatrale di Francesco Niccolini, Canto per Falluja.

* * *

PERCORSI SESSANTOTTESCHI
Breve viaggio in Italia fra il prima e il dopo Sessantotto

giovedì 8 maggio, ore 20.45
PRIMA DELLA RIVOLUZIONE
Reg. Bernardo Bertolucci; con Francesco Barilli, Adriana Asti,
Allen Midgette, Morando Morandini; Italia 1964; b/n; 110’

Smarrimento esistenziale, nostalgia del vivere, ideologia all’alba, la bassa padana, l’opera lirica, la borghesia che si veste a festa e decanta inquietudine e frustrazione. A Parma, la città del regista, il mito e la memoria, genius loci attorno a cui ruota questa trasformazione antropologica vestita da educazione sentimentale. In questo elegante romanzo di formazione il giovane Bertolucci, alla seconda opera, sfugge al conformismo del consenso per rarefarsi al sole nebbioso dei pioppi e inventarsi una possibilità di fuga nel rovescio dell’esistenza. La rivoluzione come dolcezza del vivere e malinconia del quotidiano. Struggente e bellissimo. Dolce e affascinante.

Ore 22.45
PARTNER
Regia di Bernardo Bertolucci; con Pierre Clementi, Stefania Sandrelli, Sergio Tofano, Tina Aumont; Italia 1968; col.; 100’

Splendore e manifesto del ’68. II Maggio si sta consumando a Parigi. Una ribalta della meglio gioventù. Impegno e arte della trasformazione. Cambiare il mondo. Un altro mondo è possibile. Il risultato è un film schizofrenico, mutante, periferico, cangiante, ombre espressioniste che scorrono sui muri, colori accesi dal taglio lisergico. Vietnam libero, Bandiera Rossa e la Marsigliese, Julian Beck e il Living, il Potemkin e Godard, Pinter e Mallarmé, il flipper e il lambrusco. Alla fine di questa giostra un po’ malconcia, intellettualistica e caoticamente affascinante, restano le parole del grande Sergio Tofano: «Non ci sono più suggeritori, il mondo va in rovina perché nessuno sa più suggerire e quello che è peggio non hanno niente da suggerire».

Giovedì 15 maggio, ore 21.15
PORCI CON LE ALI
Reg. di Paolo Pietrangeli; con Franco Bianchi, Cristiana Mancinelli Scotti, Lou Castel, Anna Nogara; Italia 1977; col.; 105’

Uscì l’omonimo libro per Samonà e Savelli e fu un successo clamoroso. Un best seller. Padri e figli e tracce di un ’68 scaduto, divenuto duro e malato. II libro restò a lungo senza autore. Sulla copertina c’erano Rocco e Antonia, i protagonisti della storia. Il linguaggio giovanilistico e sessualmente esplicito fece scandalo. Si seppe poi che a firmarlo erano stati Lidia Ravera e Marco Lombardo Radice. Come un instant book generazionale. II film lo gira il cantautore Paolo Pietrangeli (opera prima) portando in primo piani malumori, disagi, giovani insicuri, niente ideologie e niente padri, il personale che cresce e il politico che si sfalda, il sesso prima di tutto, l’impegno chissà, il tutto in un mare di ormoni e di contraddizioni. Per vedere un po’ come eravamo. Dal ’68 al ’77. La fine è nota. Le musiche sono di Giovanna Marini.

Giovedì 22 maggio, ore 21.15
LAVORARE CON LENTEZZA
Reg. Guido Chiesa; con Claudia Pandolfi, Valerio Mastandrea,
Tommaso Ramenghi, Marco Luisi, Valerio Binasco,
Fausto Paravidino; Italia 2004; col.; 110’

Bologna 1977. Anno di trasmissione. Radio Alice è la voce del movimento studentesco. 13 mesi avventurosi di libertà e creatività. Esempio per tutte le radio libere che da lì a poco avrebbero affollato l’etere. Le parole d’ordine sono sempre le stesse: amore libero, sesso a gogò, lavoro zero, fantasia al potere. Malessere giovanile visto anche attraverso soluzioni alternative. Radio Alice non censurava. Esprimeva concetti e pensieri, dava la linea del non senso e la musica di un mondo che sarebbe finito col rapimento Moro e le cariche della polizia. E il morto dell’11 marzo. Capire il movimento. E un tunnel che non va da nessuna parte ma vorrebbe sbancare la banca. Il piatto perde e il movimento pure. Chiesa gira pensando anche al G8 di Genova. Radio Alice e la fine dell’innocenza. II cielo è sempre più cupo di lacrimogeni.

Giovedì 29 maggio, ore 21.15
PALOMBELLA ROSSA
Reg. Nanni Moretti; con Nanni Moretti, Silvio Orlando,
Mariella Valentini, Alfonso Santagata, Claudio Morganti,
Asia Argento; Italia 1989; col.; 90’

Michele Apicella gioca a pallanuoto. È nevrotico, passionale, pieno di tic, rigoroso. Michele è un militante e un dirigente dell’allora Partito Comunista Italiano. Ha perso la memoria. Gioca una partita e rivede ritrova il passato. Ma sbaglia il tiro finale e perde il senso della vita. E delle cose. Operetta morale, la palombella di Moretti colpisce il bersaglio di una certa ipocrisia di sinistra. Un qualunquismo intellettuale fatto di frasi fatte e parole al vento. La sconfitta di un’epoca e di un ideale? Il sol dell’avvenire che alla fine sorge e si illumina di cartapesta lo lascia presagire. Moretti maramaldeggia, si prende tutto lo spazio possibile, si compiace, si immerge nell’acqua del battesimo, sfodera un kit di narcisismo esuberante. Colleghi e amici a fare da comparse e cammei. Michele: un figlio risorto e impotente del sessantotto?

* * *

Rassegna e redazione a cura di Gianna Bandini e Gabriele Rizza.
Si ringraziano Mediateca Regionale Toscana, Festival dei Popoli,
Istituto Stensen, Piero Matteini, Carlo Coda, Enrico Gualandi, Stefano Arrighetti.