Canzoni contro la guerra 2025

Siamo alla vigilia dell’edizione 2025 di Canzoni contro la guerra, il tradizionale appuntamento promosso da parte del mondo pacifista fiorentino la prima domenica del mese di novembre. Quest’anno sarà dedicato a Gaza e alla solidarietà al popolo palestinese.

Canzoni contro la guerra

Domenica 2 novembre, alle 16 e 30,
presso il Teatro Affratellamento,
in via G.P. Orsini, 73, a Firenze

GAZA MON AMOUR

Canti e musiche con: LeMusiQuorum, Coro Canaglie Pezzenti, Piero Nissim e Francesco Guarnieri, Kabil’a (Italia-Libano-Palestina)

Interventi: Abed Daas (comunità palestinese fiorentina), Manuela Giugni (comitato fiorentino “Fermiamo la guerra”), Antonella Pino (Diwan. Una goccia per Gaza – Donne insieme per la pace)

Ingresso gratuito

Manifesto di “Canzoni contro la guerra” 2025. Il testo è uguale a quello nel post. C'è una foto con tante persone che sorreggono una grande bandiera palestinese con una riproduzione del quadro “Guernica” di Pablo Picasso.

«Il de Martino» 39/2025

Copertina del numero 39 (2025) della rivista "Il de Martino - Storie voci suoni". In alto, su sfondo bianco c'è il titolo, preceduto da una piccola illustrazione raffigurante un vecchio grammofono a manovella. Nella metà bassa della copertina c'è una foto in bianco e nero che ritrae da dietro una donna e un uomo accucciati su un terreno coltivato, impegnati a raccogliere ortaggi.

La rivista si può scaricare gratuitamente in PDF da qui o dal sito dell’editore e si può acquistare in forma cartacea al prezzo di 20 euro scrivendo a iedm@iedm.it.

Questo numero della nostra rivista esce con qualche mese di ritardo.

Il numero doppio del 2024 si era appena chiuso quando la perdita improvvisa e dolorosa di Valerio Strinati ci ha colpito come un fulmine, lasciandoci orfani della sua intelligenza, del suo entusiasmo, della sua amicizia.

A lungo consigliere parlamentare del Senato della repubblica, fino al 1990 Valerio aveva lavorato presso il Servizio studi, occupandosi dell’attività della VII commissione permanente (Istruzione). Successivamente era stato impegnato presso il Servizio delle commissioni permanenti e, dal 1997 al 2008, aveva ricoperto il ruolo di responsabile dell’ufficio di segreteria della XI commissione permanente (Lavoro, previdenza sociale). Direttore dell’Ufficio di studi di legislazione comparata presso il Servizio studi (2008-2010), è stato capo segreteria della Commissione parlamentare di inchiesta sull’uranio impoverito e incaricato del coordinamento degli eventi culturali della biblioteca del Senato.

Una carriera nel cuore delle istituzioni che Valerio ha vissuto con serietà e passione, qualità che riversava nella ricerca storica, nell’organizzazione della cultura, nell’impegno politico e civile.

Studioso di socialismo, di storia del lavoro e delle istituzioni parlamentari, tra le sue pubblicazioni più importanti ricordiamo il pionieristico Politica e cultura nel Partito socialista italiano (1945-1978) (Napoli, Liguori, 1981) – a cui tanto devono tutti gli studiosi e le studiose di storia del socialismo nel secondo dopoguerra –, la curatela insieme ad Antonio Fanelli del numero monografico de «Il de Martino» dedicato a Emilio Lussu (2018) e Le barricate e il palazzo. Pietro Nenni e il socialismo italiano nel dialogo con Gianni Bosio (Firenze, Editpress, 2022).

Collaboratore dell’Anpi nazionale, responsabile formazione dell’Anpi provinciale di Roma e redattore di «Patria Indipendente», Valerio era Segretario generale dell’Aici (Associazione delle istituzioni di cultura italiane), membro del Comitato direttivo dell’Istituto storico della resistenza di Pistoia e del comitato editoriale degli Annali di storia e studi della Fondazione Valore Lavoro. E molto altro.

Quello che più di ogni altra cosa non trova parole, ancora oggi, è il racconto dell’uomo e del compagno che è stato Valerio: l’amico sempre attento e curioso, generoso e presente, affidabile e concreto; lo studioso in continua evoluzione, entusiasta, pieno di progetti e di soluzioni ai problemi; l’instancabile tessitore di relazioni, capace di mettere in comunicazione le persone, le istituzioni culturali e le idee con una grande naturalezza e una stupefacente efficacia.

Per ricordarlo, pubblichiamo su questo numero un suo lungo articolo sulle leggi memoriali, un tema che – al confine tra competenze professionali e impegno civile – lo aveva appassionato molto negli ultimi anni.

Pochi giorni prima di Valerio, il 14 novembre 2024, ci ha lasciati anche Giuseppe Morandi, protagonista, con l’amico-fratello Gianfranco “Micio” Azzali, della straordinaria esperienza della Lega di Cultura di Piàdena, una delle anime di questa rivista. Morandi è, fin dal primo numero della nuova serie, autore delle fotografie che accompagnano le copertine de «Il de Martino. Storie voci suoni». Simona Pezzano, in apertura del fascicolo, ci presenta uno dei suoi scatti più significativi, che abbiamo scelto per ricordare la sua arte e il suo impegno.

Il 14 marzo 2025 l’esondazione del torrente Rimaggio, a Sesto Fiorentino, ha colpito la sede dell’Istituto de Martino, e parte del suo prezioso archivio. Una vicenda che ha travolto ancora una volta i programmi di molti di noi, e convogliato le energie nella messa in sicurezza di libri e documenti. Grazie all’aiuto e al sostegno giunti da numerose istituzioni e da un numero impressionante di volontari e volontarie, il processo di salvaguardia e restauro delle carte e dei nastri alluvionati è a buon punto, e possiamo finalmente tornare a pensare a nuovi progetti e iniziative.

L’Ottantesimo della Liberazione che ricorre nel 2025 rappresenta un’occasione che «Il de Martino» non poteva eludere. Entrambi i fascicoli dell’anno accoglieranno contributi che consentono di elaborare nuove prospettive e nuove domande sul significato di questo anniversario. La nostra rivista mette in campo anche in questo caso i propri strumenti di prospezione, a partire da interviste, documenti, testimonianze, suoni. In nessun caso sarebbe stato possibile dimenticarsi del 25 aprile, ma nella congiuntura storica di guerre, autoritarismi e minacce crescenti alla democrazia e alla libertà che viviamo nel presente lo è ancora meno. Il contributo di Stefano Bartolini e Martina Lopa sulle bandiere della pace delle donne lavoratrici degli anni Cinquanta risuona ugualmente di temi e pratiche che oggi è più che mai necessario conoscere e discutere.

La storia orale è molte cose e tra queste un impegno a fare “più storia”, che significa anche fare emergere più voci della storia. Questo numero ci propone un’intervista di Alfiero Boschiero a un prete operaio nel Veneto del secondo dopoguerra. La intendiamo come un primo carotaggio di un terreno di indagine da battere: quello del dissenso cattolico in questo caso, quello delle voci trascurate o silenziate di donne nella chiesa (compagne, sorelle, collaboratrici di preti, attiviste nei movimenti cattolici di base, partigiane) che i prossimi numeri accoglieranno in contributi inediti.

SOMMARIO

  • Editoriale
  • Simona Pezzano
    Copertina
  • Valerio Strinati
    Memoria pubblica e legislazione: un corto circuito?
  • Ilaria Cordovani
    Raccontare per restare: il museo come spazio di memoria partecipata
  • Cristina Jandelli
    Per un cinema di cura. Il cinema di Margarethe von Trotta visto dall’Italia
  • Piero Brunello
    Socievolezza. Andrea Caffi e i suoi amici (1923-1951)

A ottant’anni dalla Liberazione

  • Marco Cerri
    L’ozio, la noia e i giochi partigiani
  • Chiara Paris
    «Il 25 aprile tricolorato». Il ventennale della Liberazione al magnetofono

Interviste

  • Alfiero Boschiero
    «Quel che manca è la profezia…». Ascoltando Sergio Pellegrini, contadino, operaio e prete
  • Matteo Grasso
    Una storia di vita tra migrazione e costruzione di un’identità familiare. Intervista a Guido Grasso

Saggi

  • Brenda Fedi
    Per una storia culturale del Concerto del primo maggio. Culture del lavoro e linguaggi musicali nell’Italia degli anni Novanta

Storie

  • Mario Spiganti
    Una nota su Lionetto Fabbri
  • Lionetto Fabbri
    Il Sondaggio. Un racconto ritrovato

Il lavoro si racconta

  • Stefano Bartolini, Martina Lopa
    «Era come se si volesse occupà l’azienda». Pacifismo, agentività femminile e lotte del lavoro nelle bandiere della pace delle donne

Note e recensioni

  • Greta Gorzoni
    Parole confiscate e memoria riaccesa: dare voce al silenzio delle immagini. Una nota a partire dal film di Raphaël Pillosio, Les mots qu’elles eurent un jour, Francia, 2024
  • Enrico Ruffino
    Ripartire dagli errori. Una nota a partire dal numero monografico di «Acta Histriae», vol. 31 (2023), n. 3, a cura di Alessandro Casellato e Urška Lampe
  • Bruno Anastasia
    Leggere il “Veneto profondo” attraverso le rivolte contadine del Novecento. Una nota a partire da Livio Vanzetto, Rivolte di paese. Una nuova storia per i contadini del Veneto profondo, Sommacampagna-Verona, Cierre edizioni, 2022
  • Alessandro Casellato, Stefano Cavazza
    Folklore in camicia nera. Studi su fascismo e tradizioni popolari, Pisa, Pacini, 2024; Id., Nazione, nazionalismo e folklore. Italia e Germania dall’Ottocento a oggi, Bologna, il Mulino, 2024
  • Silvia Calamai
    Voci da piccoli mondi. Le eredità toscane di Nuto Revelli, a cura di Caterina Di Pasquale, Pisa, Pacini, 2023
  • Ilaria Bracaglia
    Ma noi non potevamo aspettare più. Memorie e storia della lotta per la casa a Roma, a cura di Bruno Frusciardi con il contributo di Giulia Zitelli Conti, Firenze, Editpress, 2024
  • Elisa Bellè, Alessandra Gissi e Paola Stelliferi
    L’aborto. Una storia, Roma, Carocci, 2023
  • Martina Lopa
    Sindacaliste. La storia della Cgil e delle sue protagoniste, a cura di Maria Paola Del Rossi, Debora Migliucci, Ilaria Romeo, Bologna, Bologna University Press, 2022
  • Eloisa Betti, Primo Sacchetti
    La scalata dell’Everest in ciabatte. Saga Coffee, una lotta lunga 100 giorni, Roma, Futura editrice, 2022
  • Stefano Bartolini, Sian Lazar
    How We Struggle. A Political Anthropology of Labour, London, Pluto Press, 2023

InCanto 2025, 28 settembre: festa di chiusura

Un'immagine orizzontale con il logo dell'Istituto Ernesto de Martino, l'omino con la trombetta, rivolto verso sinistra, rosso, che spunta dallo "0" della scritta "30° InCanto - Rassegna di canto di tradizione orale e di nuova espressività in Italia - 1995-2025".

A chiusura di InCanto 2025, il 28 settembre, dalle 15 al tramonto e oltre, il cortile di Villa San Lorenzo ospiterà una grande festa di musica, parole e immagini. Sarà per noi l’occasione per aggiornarvi sul processo di messa in sicurezza e restauro del prezioso materiale dei nostri archivi colpito dall’alluvione dello scorso marzo. Sarà, soprattutto, un modo per ringraziare finalmente tutte e tutti quelli che ci sono stati vicino e ci hanno aiutato con grande passione e generosità a salvare le tracce documentarie della storia che sta alle radici della nostra esperienza politico-culturale.

Vi aspettiamo domenica 28 settembre 2025, a partire dalle ore 15, presso la sede dell’Istituto Ernesto de Martino, a Villa San Lorenzo, in via Scardassieri 47, Sesto Fiorentino (Firenze)

Festa conclusiva
della rassegna InCanto 2025:
Resistenze. Archivio.

Interventi e testimonianze dei rappresentanti di Regione Toscana, del Comune di Sesto Fiorentino, della Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Toscana, della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, del Comitato Regionale della Croce Rossa Italiana e della Protezione Civile Toscana.

Canti con

  • Coro di Canto Popolare di Cecina diretto da Benedetta Pallesi
  • Alessio Lega
  • Ribellicanti
  • Nuovo Canzoniere Elettronico
  • Le Cantore (Angela Batoni, Lisetta Luchini e Chiara Rondino)

Al termine ceniamo insieme. Per la cena è gradita la prenotazione: renderà più facile la nostra organizzazione

Sarà allestita anche una mostra fotografica sui giorni dell’intervento degli Enti preposti alla difesa del patrimonio culturale e dei volontari.

Ingresso gratuito

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Per Fausto Amodei

InCanto 1999 - Il nuovo canzoniere italiano - Foto di Angela Chiti che ritrae Fausto Amodei seduto su una seggiolina di legno su un palco, mentre canta accompagnandosi con la chitarra, insieme ad altre e altri sul palco insieme a lui, davanti a uno sfondo nero.

Mentre stava accompagnando la moglie Gabriella a un controllo specialistico, Fausto Amodei ha avuto un infarto.
È morto così un gigante della canzone italiana, un compagno di strada fin dall’inizio della nostra storia storia.
Per me era l’immagine stessa del cantautore: seduto, con la chitarra e un sacco di cose e storie da raccontare.
Fausto ha cominciato a cantare, prima che in Italia scoprissimo la parola cantautore, col gruppo dei Cantacronache a Torino; un suo Autoritratto appare nel primo numero della Rivista “Il Nuovo Canzoniere Italiano” nel 1962; è presente, nel 1963, insieme a Sandra Mantovani e Michele Straniero, nel disco Canti della Resistenza Italiana 2 dove incide Bella Ciao per I Dischi del Sole. Aveva già scritto tante canzoni, tra cui ricordo una necessaria “Canzone della Marcia della Pace” insieme a Franco Fortini e soprattutto il suo canto più famoso, un vero inno, “Per i morti di Reggio Emilia”. Con I Dischi del Sole pubblicherà un EP “Canzoni didascaliche” e due LP “Se non li conoscete” e “L’ultima crociata”.
Le sue canzoni erano politiche e schierate ma piene di ironia e sarcasmo, con uno strano arpeggio di chitarra che ricordava il suo amato Brassens.
La sua influenza su tanti musicisti e cantanti è stata enorme ed è viva anche oggi.
L’ultima volta che ci siamo incontrati è stata nella sua Torino in occasione della proiezione di un film documentario su Giovanna Marini, al Torino Film Festival.
Stare insieme a lui e Giovanna, alla regista Chiara Ronchini, a Valter Colle e ai compagni e alle compagne del Coro della Scuola Popolare di Musica del Testaccio, è stata una festa.
Oggi la tristezza è enorme; oggi siamo molto più soli.
Ai suoi famigliari, alla moglie Gabriella e ai figli Marco e Irene va l’abbraccio fortissimo di tutti i compagni e le compagne dell’Istituto Ernesto de Martino; l’abbraccio di Clara Longhini dell’Edizioni Bella Ciao.
Sabato 20 settembere alle ore 10:30 ci sarà un saluto presso il Cimitero Monumentale, in corso Novara 137 a Torino.

Stefano Arrighetti

Convocazione dell’Assemblea dei Soci 13 settembre 2025

Cara Socia e caro Socio,

ricordiamo che l’Assemblea dei Soci del nostro Istituto Ernesto de Martino è convocata per il giorno sabato 13 settembre 2025 alle ore 10:30, in seconda convocazione, presso la nostra sede a Sesto Fiorentino in via Scardassieri 47.

Si tratta della prima assemblea dell’Istituto Ernesto de Martino Ente del Terzo Settore: novità sancita dal nuovo statuto approvato nel gennaio 2025.

Sarà la prima assemblea nella quale tutti i soci avranno diritto di voto.

Oltre alla tradizionale approvazione del bilancio, sarà l’assemblea dove verranno rinnovate le cariche sociali ormai ferme al 2021.

Siete invitati a partecipare o, se impossibilitati, a mandare una delega (potete scaricare qui un file zip contenente tre file: la convocazione ufficiale in pdf e il modulo per la delega in formato docx e odt).

Stefano Arrighetti
(presidente dell’Istituto Ernesto de Martino)