Articoli dell'anno 2021

Le voci e i canti dell’arditismo

Le voci e i canti dell’arditismo: un video dell’Istituto Ernesto de Martino per il convegno «Cento anni dopo. La prima organizzazione antifascista: gli Arditi del popolo» (Isrec-Lucca, 20 aprile ore 17).

Bandiera del battaglione arditi del popolo - sezione di Civitavecchia

In occasione della ricorrenza del 25 aprile, martedì 20 aprile alle ore 17, l’Istituto sardo per la storia dell’antifascismo e della società contemporanea (Issasco), l’Istituto Della Resistenza Lucca (Isrec), e l’Istituto Ernesto de Martino organizzano l’incontro online

Cento anni dopo.
La prima organizzazione antifascista:
gli Arditi del popolo

L’incontro si terrà su piattaforma Zoom. Per ricevere il link inviare mail a: isreclucca@gmail.com. Diretta facebook sulla pagina dell’Istituto della Resistenza Lucca. Intervengono Andrea Ventura, Eros Francescangeli e Antonio Fanelli.

Sarà presentato in anteprima il video Le voci e i canti dell’arditismo, a cura di Stefano Arrighetti e di Antonio Fanelli (Istituto Ernesto de Martino), riprese e montaggio di Antonio Chiavacci (Hastavideo).

Preparando il video sui canti degli Arditi del Popolo abbiamo dedicato ampio spazio a una fonte inedita del nostro archivio: un prezioso documento che ci permette di far ascoltare – per la prima volta – la voce di Giuseppe Raffaelli, anarchico toscano, di Montignoso, artefice del canto “Figli dell’Officina”, al microfono di Gianni Bosio nel maggio del 1970. In un servizio di Frida Zampella del Tg3 Rai Toscana abbiamo dato una anticipazione di questa vicenda (dal min. 16.49).

Campagna di crowdfunding per “ilPartito”

ilPartito - Logo

Da ieri, domenica 14 marzo 2021, ha avuto inizio la campagna di crowdfunding sostenuta dall’associazione Rosso un fiore per il finanziamento del progetto ilPartito, spettacolo teatrale e musicale messo in scena in occasione del Centenario della fondazione del Partito Comunista d’Italia divenuto poi PCI.

Protagonista in scena sarà il Coro Inni e Canti di Lotta che con Giovanna Marini da oltre 30 anni presso la Scuola di Musica Popolare di Testaccio testimonia la memoria del canto politico e popolare che ha accompagnato le lotte sociali in Italia fino al nostro presente.

Questo progetto parte da un’opera musicale di Fausto Amodei, importante musicista e autore di canti divenuti patrimonio di molti. Nel lontano 1974 mise in musica la storia della fondazione del PCI ispirandosi al Diario di trent’anni (1913-1943) di Camilla Ravera, una fondatrice del partito, poi deputata e senatrice a vita. In occasione del Centenario Amodei ha pensato di affidare alle sapienti mani di Giovanna Marini la messa in scena dell’opera.

Contemporaneamente alla preparazione dello spettacolo proseguono i lavori per l’iniziativa editoriale: un almanacco del centenario, volume di circa 200 pagine. Partendo dalla struttura dell’opera di Amodei, cercherà di descrivere la situazione sociale, politica e culturale in cui 100 anni fa avvennero i fatti narrati. Sarà allegato anche un doppio CD registrato durante le prime repliche in teatro.

Il processo di realizzazione dello spettacolo va avanti da oltre un anno con impegno e caparbietà dei cantanti e dei professionisti coinvolti nonostante la pandemia. Un lavoro il cui compimento è determinato anche dai fondi che Rosso Un Fiore riuscirà a raccogliere attraverso questa campagna di finanziamento.

Altre info

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ilpartito@rossounfiore.it

Il de Martino 30 / 2020 – Ivan Della Mea. Scritti sulla musica (1965-2009)

Il de Martino 30 - Copertina

Ivan Della Mea
E chi può affermare che un sampietrino non fa arte?
Scritti sulla musica (1965-2009)

a cura di Jacopo Tomatis

Il volume è stato realizzato con la collaborazione dell’Arci

Per avere una copia cartacea scriveteci,
altrimenti potete scaricare questo numero della rivista in PDF qui.

Ivan Della Mea ha scritto di musica per tutta la sua vita. Negli anni sessanta e settanta i suoi contributi compaiono perlopiù a margine della sua attività di militante, operatore culturale e musicista, per raccontare il suo lavoro (e la sua vita) o per rispondere a polemiche, a critiche, a dibattiti. Dagli anni ottanta, chiusa l’esperienza dei Dischi del Sole e del Nuovo Canzoniere Italiano, si è trovato invece a farlo quotidianamente come critico per testate ad ampia diffusione come «Amica», «Epoca» e «Linus», o per giornali come «l’Unità» e – più avanti – «il manifesto». A partire da questi anni, ai contributi dedicati alla canzone di protesta e al canto sociale (ormai narrati al passato) si affiancano interviste con i grandi nomi del pop e della canzone d’autore (Fabrizio De Andrè, i Pooh, Raoul Casadei, Francesco De Gregori, Domenico Modugno, Gianna Nannini), recensioni di dischi, di concerti e riflessioni sui nuovi fenomeni internazionali e nazionali, dalla dance al rap delle posse alla world music. In questa fase relativamente poco nota della sua vita professionale Della Mea sa essere spesso spiazzante. Se pure condivide, talvolta, quei riflessi automatici che i critici di sinistra hanno nei confronti della popular culture e dei fenomeni “di massa”, l’immagine dell’autore che ne viene fuori è molto distante dal prototipo del “militante severo” di gucciniana memoria: Della Mea mostra non di rado entusiasmo genuino nei confronti di musicisti “leggeri”, riflette sui propri giudizi del passato e spesso li rivede, senza mai mostrare rimpianto per la grande stagione politica di cui pure fu tra i protagonisti e che sovente è chiamato a raccontare e testimoniare. Il volume, curato da Jacopo Tomatis, completa il lavoro di antologizzazione degli scritti di Della Mea avviato nel precedente numero 29 da Antonio Fanelli e Mariamargherita Scotti. Dipanare la matassa di questi articoli, significa calarsi in mezzo secolo di dibattito sulla musica, sul “popolare” e sul “popular”, sulla cultura “alta” e la cultura “bassa”, sull’eredità della militanza e sul comunismo nell’Italia tra la prima e la seconda repubblica.

Jacopo Tomatis è musicologo, giornalista e musicista. Insegna Popular music all’Università di Torino e nei Conservatori di Pescara e Milano. La sua ultima monografia è Storia culturale della canzone italiana (il Saggiatore 2019).

INDICE

La chitarra e il potere, il blues e il rock’n’roll:
Ivan Della Mea e la popular music
Jacopo Tomatis

APPENDICE
Un carteggio tra il Nuovo Canzoniere Italiano e Gianni Morandi
– Lettera di Michele Straniero a Gianni Morandi (Milano, 22 agosto 1966)
– Lettera di Gianni Morandi a Michele Straniero (Roma, 14 settembre 1966)
– Lettera di Giovanni Pirelli a Gianni Morandi (7 marzo 1972)

Scritti sulla musica (1965-2009)
Ivan Della Mea

1965
– Perché nascono le nuove canzoni di protesta
– La mia vita ormai

1966
– Le ragioni politiche. Recensione del Folk Festival 2
– La realtà si impara dove la realtà si fa

1967
– Intervista: Inchiesta sulla canzone, di Daniele Ionio
– Ciò che voi non dite

1972
– Auto-bio-grafia di me
– La balorda

1973
– Ariva i barbari

1975
– La chitarra, il potere e altre cose.
– Risposta a «Ombre Rosse»
– Compagno ti conosco
– Ballata dell’organizzatore di cultura

1976
– Dove e quando nacque “La grande e la piccola violenza”
– E chi può affermare che un sampietrino non fa arte?

1977
– Compagno sembra ieri
– La contestazione non va cavalcata, va vissuta
– Intervista: I festival dell’Unità, di Claudio Bernieri
– Lettera a Giovanna

1981
O Roma o morte!

1984
– Canzone politica
– L’angelo d’oro: intervista ad Angelo Branduardi
– Alla finestra con gli Inti Illimani
– È l’uomo cannone: intervista a Francesco De Gregori
– Vasco Rossi: la coca non gli fa bene
– De André: il mare canta in genovese
– Io amo le brutte: intervista a Domenico Modugno
– Ivan Della Mea, cantautore, parla di Bob Dylan, il più grande cantautore del mondo
– Finardi: e il rock scende in strada
– Il popolo di Vasco
– Quando Paoli aprì la stanza del cuore

1985
– Ritorna un amico fidato: intervista a Gianni Morandi
– Lui, di certo, è Gaber. E noi, chi siamo noi?
– Nel foyer la gente dice…
– Io sto con chi perde: intervista a Fabrizio De Andrè
– Avessi scelto Ornella e Gino
– Lui è come prima. Lui è come sempre. Lui è il dottor Vincenzo Jannacci o, se più vi garba, il cantautore Enzo Jannacci: intervista

1986
– Il violino nella marmellata: intervista ad Angelo Branduardi
– Cinquantamila cuoricini rossi, un grido solo: «Claudio ti amo»
– Joan Baez. Requiem per i figli dei fiori
– I Pooh. I favolosi “nonni” del pop
– Il sottile profumo di Gianna: intervista a Gianna Nannini
– Prego, non gettate la signora: intervista a Franca Rame

1987
– Gesù, fai che canti solo: recensione del concerto di Bob Dylan

1988
– Ci ragiono e canto
– Ecco perché canto ancora “Cara moglie”

1989
– Ma il vento continua a fischiare. Cronaca di un concerto con contestazione, discussione, spiegazione e catarsi finale

1990
– Io no, aspetto la discoteca trialettica

1991
– Ivan Della Mea, Fausto Amodei e «la lotta di classe in rima»
– Grazie a Jannacci che fa battere il cuore a sinistra

1992
– Il Nuovo Canzoniere Italiano e le posse

1994
– Roccheraunddecloc / ballando col giùbos
– “Contessa”, ballata del ’68 e dintorni

1996
– Liscio, gasato, jazz ovvero Casadei e la Romagna sua

1997
– L’oggetto del contendere
– I sentieri tortuosi della musica popolare
– E qui in Italia la piazza rossa scacciava i Nomadi…
– Memorie dalla periferia dell’impero
– Ma la capitale era San Francisco o l’Avana?
– Intervista: Da Contessa a Ufo Robot, di Antonella Marrone

1999
– Sanremo maggioritario. Bilancio del Festival dell’omologazione

2000
– Cosa c’è dietro la world music

2002
– Addio Lugano bella, sapore di sale
– Giovanna e Francesco, che bel fischio

2003
– Il fioretto dell’ironia di un uomo che conosceva il pudore: un ricordo di Giorgio Gaber
– Scusate, ma quale storia vogliamo cantare?
– E Zezi, quei terribili diavoli a quattro
– Se il Dizionario dei cantautori è questo, io mi dimetto da me stesso

2005
– Intervista: I Dischi del Sole secondo Ivan Della Mea, di Roberto G. Sacchi
– Ho sentito il cd di Piero Brega, e sono andato dal parrucchiere

2006
– Ascoltando il Moffa s’è perso chi ha vinto Sanremo
– Ne valeva la pena
– Il sindaco e la Notte della Taranta

2007
– Con Myspace non va tutto bene, madama la marchesa
– Sara in-canta e io ci ragiono

2008
– Intervista: Confesso che ho cantato, di Mario Grasso

2010
– Icché

Il de Martino 29 / 2019 – Ivan Della Mea. Scritti sulla politica (1993-2009)

Il de Martino 29 - Copertina

Ivan Della Mea
Il penultimo comunista.
Scritti sulla politica (1993-2009)

a cura di Antonio Fanelli e Mariamargherita Scotti
interventi di Francesca Chiavacci e Alessandro Portelli

Il volume è stato realizzato con la collaborazione dell’Arci

In allegato il CD di Ivan Della Mea Ho male all’orologio

Per avere una copia scriveteci,
altrimenti potete scaricare questo numero della rivista in PDF qui.

Per più di mezzo secolo, dalla metà degli anni cinquanta fino al 14 giugno 2009, non c’è stato un giorno della sua vita in cui Ivan Della Mea non abbia composto un testo per un articolo di giornale o per una canzone, un volantino, un comunicato stampa o una semplice email, oppure un motivo da fischiettare o uno slogan politico da intonare durante una manifestazione.
Si definiva un “creativo” e un “militante comunista” ed è stato – ne siamo ben convinti – tra i più brillanti, onesti e generosi intellettuali della sinistra italiana. Autore di canzoni politiche struggenti e di brani di lotta che sono entrati nella colonna sonoro del ’68, in realtà la sua principale attività culturale e politica è stata quella di giornalista (redattore, cronista, editorialista politico, critico musicale, narratore, biografo, ma anche recensore di libri e di dischi e autore di necrologi dedicati ad amici fraterni e compagni di strada).
Questo numero de «Il de Martino» raccoglie un’antologia degli scritti di Ivan Della Mea usciti sui quotidiani della sinistra («l’Unità», «il manifesto», «Liberazione») tra il 1993 e il 2009, con lo scopo di rileggere le trasformazioni del nostro paese attraverso lo sguardo del “penultimo comunista”, che cercava con passione e creatività di coniugare la salvaguardia del patrimonio storico delle “altre Italie” con nuove sfide etiche, ambientali, civili.
Un comunismo etico, poetico ed esistenziale che animava la sua sconfinata passione per la vita e per una utopica e francescana convivenza nella solidarietà fra eguali, contro ogni forma di potere, di profitto e di chiusura xenofoba e individualista.
Alla guida di quella che definiva una “officina della memoria e della storia” – l’Istituto Ernesto de Martino – ha provato a ricostruire giorno dopo giorno il senso profondo del nostro lavoro sulle culture popolari, la storia orale e il canto sociale, poiché, amava ripetere, “un passato addomesticato è un presente falsato e un futuro fottuto”. Un monito che attraversa i molteplici aspetti della sua produzione qui raccolti e che consideriamo una bussola utile anche per leggere i nostri tempi.

Antonio Fanelli insegna Storia delle tradizioni popolari all’Università “Ca’ Foscari” di Venezia e fa parte della Giunta Esecutiva e del comitato scientifico dell’Istituto Ernesto de Martino.

Mariamargherita Scotti è archivista e ricercatrice in storia contemporanea; ha curato l’inventario dell’archivio storico dell’Istituto Ernesto de Martino e dell’archivio privato di Giovanni Pirelli.

INDICE

Le considerazioni di un “marxista-interista-leopardianospinto”
Antonio Fanelli

Canto di vita. Il comunismo di Ivan Della Mea
Mariamargherita Scotti
APPENDICE
– Lettera di Armando Cossutta alla Segreteria della Federazione Comunista di Milano (Roma, 6 marzo 1974)
– Loris Babieri, Nota su Ivan Della Mea (Roma, 18 frebbraio 1974)
– Lettera di Ivan Della Mea a Loris Barbieri (Milano, 8 febbraio 1974)

SCRITTI SULLA POLITICA (1993-2009)
Ivan Della Mea

1993
– L’Istituto de Martino. Pietà l’è morta, ma solo a Milano
– «L’ho detto ai leghisti, fermate Bossi». Intervista a Giorgio Bocca

1994
– «Vorrei una destra perbene. Non c’è». Intervista a Indro Montanelli
– I miei dubbi sul 25 aprile
– «No, l’Arci Corvetto non si tocca»
– “El diluvi” di ieri e quello di oggi
– La solidarietà critica di Fortini
– Franco Fortini, inno per chitarre compagne

1995
– Quanto è facile morire giovani nelle nostre città

1996
– Ciao Franco, chi ha compagni non muore
– La scomparsa di Coggiola
– Una sera a Reggio Emilia. Lucio Tincato poeta mancato

1997
– De Martino. La storia salvata dai nastri
– Ma noi dell’Istituto de Martino resisteremo
– La memoria perduta dei padri
– Come tramandare i valori e la cultura di una generazione?

1998
– Michele, senza malinconia. Ballando, ballando…
– Giuseppe Morandi. Racconti come quadri in bianco e nero
– Ragazzo triste tra quattro mura: «Del vostro ’68 non so che fare»
– Con Giacomo, lungo l’autostradaMariamargherita Scotti
– I mille volti della solidarietà
– Mare, mare, mare e Tepepa
– Sabato 24 ottobre a Casa nostra

1999
– Casa dei popoli e delle culture
– Fantasia e creatività di un ’68 rovesciato
– Primo Moroni. Un anno fa ci lasciava, io l’ho incontrato oggi
– Gli incompresi dell’Arci Corvetto
– Ho perso tutto, anche l’Inter e Pantani
– Apologo culturale dedicato all’amico Long Seller
– Don Chisciotte di sinistra

2000
– Congresso DS. Ma la sinistra possibile è di casa altrove
– Grazie di cuore. Lettera aperta a Marco Paolini e Giovanna Marini
– In giustezza
– Spingiamo la carovana
– Dei compagni seri

2001
– La sede della politica
– Il sacro in sezione
– Umanità d’Africa in Bassa Padana: i ritratti di Giuseppe Morandi
– Vi racconto uno spettacolo fuori cartellone

2002
– L’assessore suon il violino all’osteria
– L’Istituto de Martino ha un grande passato. Avrà un futuro?
– Senti questa: cantavo in strada «Adeste fideles»…
– Ciao Bella, ti dedico questa canzone

2003
– La Storia e la storia
– Della gioia
– Addio Roberto Leydi. Tra i fondatori del Nuovo Canzoniere Italiano
– Ostruzionismo e sabotaggio
– Della memoria e della pace
– C’è l’ulivo e il sole
– La sindrome del mucchino
– Ma siamo veramente capaci di non essere razzisti?
– Dello sconcerto e dello sconforto
– Noi umani, 1965/1975. Nomi e cognomi
– Il suono della storia (spettacolo di Natale)

2004
– Com’è triste ora il San Silvestro milanese
– 25 marzo 2003 – 25 marzo 2004
– …Il passo duro, ma di montagna
– A voi gli «In/canti» di Sesto Fiorentino: musiche resistenti per tempi difficili
– Il manganello della memoria
– Cristo fra i vagabondi
– Caro Paolini, il tuo “Song n. 32” è roba da Brecht e ci voleva proprio, a Sesto
– Un’estate lontana, con la Rinalda
– Giuro: legge Dante meglio di Benigni
– No, non sto mica tanto bene
– Ciao Marlon. L’abbraccio di Ivan Della Mea
– Quando arriva l’uomo bianco

2005
– Tamburellar m’è dolce in questo mare
– Tempi bui, ci rincuorano i canti e risotti di Piàdena
– Cosa canti quando «Fischia il vento»?
– Muri bianchi a Trieste
– Riflessioni sulla “scordanza” la domenica delle Primarie
– Quei militanti di de Martino e Basaglia
– Quella notte di vigilia. Bergamo, 25 dicembre 1949. Natale con Tiglio

2006
– Alcune riflessioni a margine
– Tiremm innanz, Mario
– Mappa ragionata
– Intervista: Nonno, con te non mi annoio mai

2007
– Da Gramsci a Don Milani: educare alla vita pubblica
– La sorpresa che vorrei trovare nel mio uovo
– Il senso delle stragi e la voglia di vivere
– Chi ha ucciso l’Istituto Ernesto de Martino?
– Metafora pendolare
– Pesce, comunista tutti i giorni
– Gaetano Arfè. Un amico vero e un compagno costante
– Intervista: La ballata del crumiro alla porta 5. Ivan Della Mea apre ai suoi ricordi
– La mia cosa rossa è con falce e martello

2008
– Il Sessantotto resta nell’aria
– Intervista: Della Mea. «Milano te la canto io»
– Venne maggio. E festa sia, malgrado loro
– Il campo rom e il sindaco dello sgombero
– Incontro di generazioni sotto i castagni
– Caro Walter, do you remember?

2009
– Povertà e disagi di stagione
– Resistenze. Zone autonome da difendere
– Per dormire non basta avere sonno
– Le bombe che scoppiano ogni giorno
– Morte di un comunista
– [Ultimo scritto]

Arcicorvettocheincormistà
Francesca Chiavacci

Chi fa domande non morirà
Alessandro Portelli

Torna in libreria “Morte e pianto rituale”

Il 2 febbraio torna in libreria Morte e pianto rituale di Ernesto de Martino, a cura di Marcello Massenzio, Einaudi, 2021.

Morte e pianto rituale - Copertina

La riedizione del capolavoro demartiniano consente di riscoprire in tutta la sua complessità, al di là dell’interpretazione convenzionale che enfatizzava la portata della componente meridionalista, un impianto teorico eccezionale, frutto del concorso di molteplici saperi.
In questo libro Ernesto de Martino risale alle radici dell’esigenza umana di rifiutare la morte nella sua scandalosa gratuità e, di riflesso, procurare al defunto una «seconda morte» culturalmente definita, mediante il ricorso a determinate pratiche rituali. Tra queste, l’istituto del lamento funebre, rivolto ai vivi non meno che ai defunti, poiché la piena del dolore rischia di compromettere l’integrità della presenza dei sopravvissuti. Qui sta la funzione più profonda del pianto rituale, che non cancella la crisi del cordoglio ma l’accoglie in sé, trasformandola in disciplina culturale capace di mantenere il pathos al riparo dall’irruzione della follia. In ciò risiede la sua umanissima sapienza, il cui valore trascende i limiti storici di diffusione del fenomeno, e alla quale s’abbandona persino la Madonna al cospetto della morte del Figlio, nonostante l’accesa polemica cristiana contro il costume pagano. Dall’analisi del fenomeno, ridotto allo stadio di «relitto folklorico», scaturisce il bisogno di estendere l’analisi alle antiche civiltà agrarie del Mediterraneo, al cui interno l’istituto del lamento funebre visse la stagione del suo massimo splendore, fino al progressivo declino, causato dallo scontro con il cristianesimo trionfante. De Martino si interroga infine sul problema della risoluzione laica della crisi del cordoglio, e l’Atlante figurato del pianto riflette mediante un sapiente uso delle immagini l’affascinante itinerario dell’Autore, che sollecita un confronto con l’Atlante Mnemosyne di Aby Warburg.